LA STORIA FANTASTICA (The Princess Bride) - Un film "Inconcepibile!"



The Princess Bride, titolone a marchio Rob Reiner datato 1987, in buona sostanza è il classico film campionissimo alla lega delle lacrime amarcord. Arrivato e conosciuto da noi come La storia fantastica - marchettosissimo titolo schiaffato lì per seguire la scia del successo che fu La storia infinita - è, appunto, colonna portante dell'amarcord, sì.

Tuttavia, vale lo stesso discorso fatto per Atto di forza e in generale, per tutti i film che risalgono a un passato remoto di momenti felici: trentacinque anni dopo, La storia fantastica è ancora così fantastica, oppure è 'na storia che non vale nemmeno più la pena di raccontare?

Dunque, La storia fantastica non parte proprio in maniera, come dire… fantastica, insomma. Infatti Jimmy, all'epoca un giovine Fred Savage, stereotipatissimo ragazzino degli stereotipatissimi anni '80 che ti urlano fortissimo in faccia America, è a letto con la Febbra

Cioè, non febbre normale, la Febbra; quella che ti viene quando c'hai dodici anni e non t'abbatte niente, ché sei fatto tipo di gomma e magia. Però, appena tua madre si presentava col termometro, partivano i rantoli da soldato della Guerra di secessione che ha perso gli arti in un ospedale da campo.

Ecco, di norma, la cura erano un quattro-cinque giorni a casa; e se proprio volevi andare sul sicuro, ci mettevi pure quelle... massì, sei ore di videogames da somministrate a fasi alterne durante la giornata e via, stavi 'na bomba. In questo caso, c'è solo un "problema". 

Un problema chiamato Peter Falk, l'immortale Tenente Colombo e nonno di Jimmy, a cui 'sta cosa di stare a casa senza fare niente e giocare ai videogames, non se ne scende minimamente. Perciò la sua missione è andare dal nipote e leggergli qualcosa.

All’inizio, ovviamente, Jimmy la piglia malissimo: sì, nonno, ti voglio bene e tutto quanto, per carità. Però, non è che me devi veni' ad ammorbare l'anima con 'sta roba che vattelapesca da quale tomba hai tirato fuori. Cioè, perché non vai a buttare il pane alle papere?

Naturalmente, delle lamentele di Jimmy al nonno sbatte meno di mezzo membro di cane morto e quindi, piazzatosi abusivamente in camera sua, ecco che attacca la pippa con La storia fantastica.

C’era una volta la bella principessa Bottondoro e il suo servitore, l’umile garzone Westley (Cary Elwes prima d’ingrassare e tagliarsi le gambe nei film horror). I due, fin dalla prima volta che si videro, si amarono di “Amore Vero”, quello in grado di superare qualunque avversità. Fino a un certo punto.

I due, sicuramente si amavano tantissimo, certo; però Westley era un poveraccio. Così, per poter offrire una vita da principessa a Bottondoro - che il grano ce l'aveva, visto che era già principessa di suo - decide di partire e cercare fortuna per mare.

Tutto molto bello. Peccato che non appena sente odore di smancerie, carinerie e romanticherie, Jimmy interrompe il nonno, chiedendogli perché s'è presentato armato di Harmony e perché sta così incarognito per fargli sentire quella "storia per femmine”

Il nonno fa un evidente sforzo per trattenere i papagni e stolidamente va avanti nel racconto.

Dunque, dicevamo, i due s'amavano tantissimo e Westley era partito a cercar fortuna. Peccato solo che la nave su cui viaggiava viene assaltata dal famoso, terribile, spietato e temutissimo pirata Roberts. Così giunge la notizia che Westley sia morto, ucciso dal villano.

Passano cinque anni e alla fine, dopo qualche reticenza, Bottondoro accetta di sposare il principe Humperdinck. Nonostante non lo ami e, anzi, ci sia anche una leggera punta di schifio da parte della giovane nei confronti del nobile.

A 'sto punto, Bottondoro viene rapita da tre briganti: il siciliano Vizzini. Genio, a suo dire, del crimine (il newyorkese di origine ebree Wallace Shawn); lo spadaccino spagnolo Inigo Montoya (Mandy Patinkin, altro attore di origini ebraiche) e il gigante Fezzik (André “The Giant” Roussimoff).

Quindi, Bottondoro è stata rapita dai tre gaglioffi, ma, sorpresa, a salvarla arriva il temibile pirata Roberts che a uno a uno, sconfigge gli avversari. Aperta e chiusa parentesi, in questa parte qua è stato fatto un pessimo lavoro di adattamento.

In lingua originale, durante il duello tra Montoya e Roberts le mosse di scherma che pronunciano sono nomi di famosi maestri schermidori realmente vissuti. Tipo Bonetti, Agrippa, Capoferro e compagnia cantante. Chi da noi s’è occupato dell’adattamento di 'sta finezza se n’è sbattuto altamente.

Infatti, le citazioni sono state sostituite, e vattelapesca perché, con nomi ridicoli da peggio cartone animato: tipo “Attacco della testuggine” o “Difesa d’Alfiere” e roba così; e che gli vuoi di’, insomma… bravissimo. Comunque.

Dopo aver salvato la ragazza, Roberts rivela la propria identità e sorpresa: altri non è che Westley, creduto morto da tempo, ma in realtà, indossati i panni del pirata per una serie di vicissitudini, ha impiegato cinque anni per tornare a casa.

Ora, siccome il film ha un bell’intreccio che non è il caso di spoilerare, il cruciale busillis: trentacinque anni dopo, com’è La storia fantastica? Per la serie omen nomen, quel "fantastica", per quanto piazzato lì a tradimento, tutto sommato è un appellativo giusto. Forse, col senno di poi, addirittura migliore del titolo originale.

Il punto è che molti film simili, come Scuola di mostri, Il piccolo grande mago dei videogames, Big, Tutto quella notte e via dicendo, a riguardarli oggi ci metti poco a renderti conto che si reggono in piedi più per il senso di nostalgia che suscitano anzichenò.

La storia fantastica, invece, per il fatto stesso di essere un film “slipstream”, ovvero a cavallo di quei confini che separano le convenzioni tra generi, lo rende estremamente “duttile” e apprezzabile da chiunque. Perché è una fiaba e al tempo stesso una storia d’azione che sfocia nella commedia, nel fantasy, nel “juvenile oriented” e via dicendo.

A parte questo, c'è una cosa veramente degna di nota: cioè, il fatto che il film pone personaggi e spettatori sullo stesso piano. Nel senso, i protagonisti, quelli veri, tutto sommato restano il piccolo Jimmy e suo nonno. In una sorta di ponte metanarrativo, sono “spettatori” della storia a loro volta.

La sequenza finale dove Jimmy chiede al nonno di tornare per un’altra storia, e lui risponde con la frase di Westley “Ai tuoi ordini”, non è e non ha nulla di fantastico; è semplicemente bella. In altre parole, La storia fantastica, non ha nulla di quella irrealistica fantasia che trascende e finisce, tiratissima per i capelli, nella realtà. 

Non c’è Sean che dice al capo dell’esercito che il club dei mostri ha sconfitto Dracula. Non c’è Bastian che insegue i bulli in groppa a Falkor. C’è solo un ragazzino che chiede a suo nonno di tornare per raccontargli un’altra storia. Un'altra storia fantastica.

Dulcis in fundo, tre cose, giusto per chiudere in bellezza:

A) Qualche anno fa, Ivan Reitman organizzò una proiezione speciale de La storia fantastica, con reunion del cast e live commentary annesso, dove uscirono fuori un bel po’ di curiosità. Tipo che Peter Falk, all’epoca sessantenne, s'impuntò con Reiner per il trucco, perché, secondo lui, non era ancora abbastanza vecchio per fare il nonno.

Provarono (addirittura) a invecchiarlo (ulteriormente) con delle protesi facciali, tipo Brando ne Il Padrino. Morale della favola, Falk si guardò tutto imbacuccato allo specchio e poi andò da Rob Reiner, dicendo: “Rob… così sembro la vittima di un incendio! Mi sa che dovremo farlo senza le protesi”.

B) Mark Knopfler dei Dire Straits, contattato per le musiche del film, disse che avrebbe accettato solo se Reiner avesse inserito un omaggio a This is Spinal Tap, finto docu-film sulla fittizia band omonima. Difatti, nella stanza di Jimmy c’è appeso il cappello con il logo della band.

C) Anni fa, Rob Reiner andò a cena in un rinomato ristorante di Little Italy. Quella stessa sera, nel ristorante c’era pure il famoso boss John Gotti, ovviamente circondato dalle sue guardie del corpo.

A fine serata, uno dei guardaspalle di Gotti raggiunse Rob Reiner fuori dal locale mentre stava andando via. Si avvicinò e gli urlò in faccia, così, di botto: "Mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre. Preparate a morir!". Il tipo, praticamente, era un fan accanito de La storia fantastica.


Ebbene, detto questo anche per oggi è tutto.

Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.

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