ROBOT GIAPPONESI: TUTTI (O QUASI) I ROBOT GIAPPONESI DEGLI ANNI 70 e 80

 



Negli anni '80, i robot giapponesi erano all'ordine del giorno. Anzi. Più che altro, s'è trattato di una vera e propria invasione di robottoni giganti, a volte improbabili, autoproclamatisi difensori della Terra; la cui grande peculiarità, spesso e volentieri, riguardava l'urlare il nome di ogni singolo attacco che lanciavano contro, altrettanto improbabili, nemici.

Nemici, del resto, di ogni forma, misura e origine: dall’antico popolo Yamatai fino ai Mikenes risvegliati dal Dottor Inferno, comunque obbligati, per contratto, a passare prima dal Giappone per conquistare il mondo. Inviando un mostrillo cattivo per volta, naturalmente. Oh, che vuoi farci: c'erano turnazioni da rispettare. Comunque.

Va be', senza allungare il brodo più del necessario, facciamo che andiamo a buttarci un occhio a tutti - cioè, non proprio tutti-tutti, eh, ché altrimenti hai voglia a fa' notte, insomma - i robot giapponesi anni 70 e 80, va.


UFO Robot Goldrake (UFO Robot Grendizer)

Toei Animation 1975 tratto dall’omonimo manga di Go Nagai. Trasmesso da noi a partire dal 1978

Quindi, come fai a non partire da lui? Atlas per svista, UFO Robot Goldrake per professione. Goldrake è stato il primo robot gigante ad approdare sui nostri schermi, facendo poi da apripista al resto dell’esercito di suoi simili che da lì a poco c'avrebbe invaso. Come detto, il vero nome è Grendizer, ma qui venne (inizialmente) chiamato Atlas. Eh... Sai perché?

'Sto nome, Atlas, venne fuori a causa di una madornale svista di chi all’epoca si occupò dell’adattamento italiano. In pratica, la serie venne acquistata dai francesi, ok? In Francia, la guida tv si chiama appunto Atlas e morale della favola, venne letto per intero Atlas: Ufo Robot. Credendo che quello fosse il nome del programma. Fantastico.

Aperta e chiusa parentesi: UFO Robot Goldrake è l’ultimo capitolo di una trilogia. Pure se in ordine temporale fu il primo a essere trasmesso qui, in realtà è cronologicamente la terza parte di una, diciamo saga, nata con Mazinga Z prima e il Grande Mazinga poi.


Gordian (Tōshi Gordian)

Tatsunoko 1978 tratto dall’omonimo manga di Yu yamamoto, trasmesso da noi a partire dal 1981

Gordian: per gli amici, il robot matrioska. Il bello di Gordian, come serie in sé, sta nel fatto che aveva alcune peculiarità, quel certo quid, diciamo, tale da essere in grado di distinguersi da buona parte della massa. Per esempio, Daigo, il protagonista, poteva contare sull’appoggio di non uno, eh. Bensì tre robot, da utilizzare a seconda dell’esigenza.

C’era il più piccolo, Protteser, che poteva agganciarsi al secondo, Delinger, che a sua volta poteva innestarsi nel terzo, Garbin. Alla bisogna, ovvero sempre, insieme i tre, ovviamente con Daigo all’interno, diventavano Gordian.


Gaiking, il robot guerriero (Daikū Maryū Gaiking)

Toei Animation 1976. Trasmesso da noi nel 1980

S', effettivamente, a guardarlo oggi pare piuttosto ridicolo e goffo, ma bisogna comunque ammettere che il mecha design di Gaiking, per l'epoca, infognava malamente. Il teschio-mostro-gigante sul petto e le corna tipo diavolo… Cioè, mettici pure l’astronave Drago Spaziale e ci metti poco a capire che per gli anni '70 era tanta roba.  Tuttavia, a essere onesti, la serie in sé era abbastanza pezzente. 

Come se non bastasse, oltre essere invecchiata malissimo, la capuzzella del robottone qui, fu anche il pomo della discordia fra Go Nagai e la Toei. Pare che Gaiking, fu un’idea di Nagai e la Toei (con molta onestà intellettuale, eh) se ne appropriò, tagliandolo direttamente fuori. Le conseguenze furono sputi, fischi e battaglie legali protrattesi per anni, fino alla riappacificazione avvenuta negli anni novanta.


Astrorobot contatto Ypsilon (Burokk-a Gundan IV Mashīn Burasutā)

Nippon Animation 1976. Ideato da Akira Hatta trasmesso da noi a partire dal 1980

Un po' lo stesso discorso di Gordian, in pratica: a un certo punto, pure con gli Astrorobot s'è provato a dare un po’ d’originalità a una formula velocemente inflazionata. Anziché uno, stavolta si tratta di una squadra di quattro robot che combattono singolarmente. Senza la necessità di un’unione coatta per formare qualcos’altro.

La serie era piuttosto gradevole ed è pure invecchiata non malissimo, tutto sommato. Questo, però, sempre a patto di riuscire a sorvolare sulla questione dell'Organo Y. Il quale concedeva l’omonimo potere ai protagonisti di poter comandare i robot. Pure all’epoca, ‘sta cosa sapeva di cazzata lontano un km.

Gakeen, magnetico robot (Magune Robo Ga・Kīn)

Toei Animation1976. Trasmesso da noi a partire dal 1980

Nonostante braccine e gambine a salsicciotto e la base segreta a forma di paparella, il mecha design di Gakeen era stranamente piacevole e pure intrigante. Ora, giusto per, s'è capito che ‘ste serie te le buttavano in faccia pochi cent la tonnellata, no? Ecco, appunto per questo, in un modo o nell’altro, si tentavano vie traverse. 

In questo senso, anziché pilotare il robot come tutti gli altri, qui ci s’avvicinava di più verso Jeeg Robot. Come Hiroshi che si trasformava direttamente nella capuzella di Jeeg, anche Mai e Takeru, bene o male, si trasformavano in parti del Gakeen. 

Bryger (Ginga senpū Buraigā)

Toei Animation 1981. Trasmesso da noi nel 1982.

Bryger è interessante per due punti in particolare: il primo è che i disegni sono di Monkey Punch, l’autore di Lupin III. L’altro è che in un certo senso - forse per via delle ambientazioni, chi lo sa - ricorda Gundam.

La guerra, le colonie spaziali e via dicendo, sì, sono cose largamente abusate, vero. Ciò non toglie che l’impressione rimane quella. Inoltre, rivista di recente, la serie non è male. Anzi. Nonostante il tempo, si difende ancora bene.


God Sigma (Uchū Taitei Goddo Shiguma)

Toei Animation 1980. Trasmesso da noi a partire dal 1981

Nome alquanto altisonante per questo robot cicciottello e nei colori sobrio quanto un completo di Elton John. Tuttavia, con questo si va proprio a braccia nel regno del cazzomannaggia: la serie parlava di esplorazioni spaziali o robe così; sono passati troppi anni per ricordarsela precisa-precisa.

Tuttavia, c'è una cosa difficile da dimenticare: il nome dei tre robot gregari che unendosi andavano a formare il God Sigma: ovvero Tuono, Terremoto e Nettuno. Oh, sarà che mi ricordano tipo le Tre Bufere di Grosso guaio a Chinatown, vallo a sapere.


Daltanious – Il robot del futuro (Mirai Robo Darutaniasu)

Sunrise-Toei Animation 1979. Da noi trasmesso a partire dal 1981

Anche per  Daltanoius, vale lo stesso discorso fatto in precedenza per Gakeen: qualunque bambino non poteva far altro che amare questo robot. Il leone a mo’ di pataccone cafonissimo sul petto, era (almeno all’epoca) ‘na gran figata. Però... Insomma, siamo onesti, dai. 

In ogni caso, gli ovvi stilemi del genere ci sono tutti pure qui: lo scienziato, la banda di ragazzini che solo loro possono pilotare il robot, gli invasori che attaccano a uno a uno. Niente di nuovo, insomma.


Combattler V (Chōdenji robo Konbatorā Bui)

Sunrise 1976. Basato sul manga omonimo di Saburo Yatsude da noi trasmesso a partire dal 1983

Premessa: all’epoca, quando non c’era ancora l’internet a darti tutte le risposte, convinzione comune era che il Combattler V, in sostanza, fosse un taroccone del Voltus V. In realtà, Combattler è la prima serie di una trilogia. La cosiddetta Trilogia Romance creata da Saburo Yatsude. 

Gli altri due capitoli, sono rispettivamente Voltus V, appunto, e General Daimos.  A parte questo, c’è poco altro da dire in merito. Lo schema è quello classico, con lo scienziato, la base segreta, il robot che si trasforma. La solita squadretta di raccomandati che pilotano altrettanti mezzi e via dicendo.


Trider G7 (G7 Muteki Robo Toraidaa Jii Sebun)

Sunrise 1980. Da noi trasmesso nel 1981.

Ecco, Trider era piuttosto originale. Nel senso, al posto della solita squadra di debosciati a casaccio, il pilota era un ragazzino che eredita l’azienda e il robot di famiglia. Fra gli assalti degli invasori e le battaglie, doveva pure trovare il tempo di andare a scuola e far quadrare i conti.

C’era pure il maggiordomo/commercialista che gli ricordava in continuazione di tenere d’occhio le spese, di non sparare troppi missili e non scassare troppo il robot; ché ci voleva un occhio per pagare le riparazioni. Sì, Trider era abbastanza divertente.

Il grande Mazinga (Gurēto Majingā)


Non c'è molto da dire su Il Grande Mazinga. In sostanza, assieme a Goldrake e Mazinga Z rappresenta l’archè del genere. Quanto di più classico possa esserci. La trama quindi è abbastanza scontata, pertanto, non è che ci sarebbe molto da dire.

Al massimo, per quei pochissimi che non dovessero esserne a conoscenza, l’idea di ‘sti grandi robot da battaglia, venne a Go Nagai, un giorno mentre si trovava bloccato nel traffico. Così, immaginò cosa sarebbe successo se alla sua auto fossero spuntate gambe e braccia. Da lì, da quello che sembrava solo il delirio allucinogeno di uno spostato, il passo a una serie di successo fu breve. Alé.


Danguard (A Wakusei robo Danguard Ace)

Toei Animation 1977. Da noi trasmesso nel 1978

Danguard pure era una bella serie spaziale. Al di là di un design non proprio accattivante, vedi quei labbroni, in sé la serie raccoglie un fottìo di grandi nomi. Da Leiji Matsumoto a Shingo Araki.

Inoltre, Danguard dovrebbe, su carta, essere uno se non proprio il primo mecha a trasformarsi. Nel senso che non prevedeva l’agganciamento di moduli e/o robot gregari per giungere alla forma finale. Bensì era egli stesso a presentare la funzione “double-face”: comoda navicella, pratico robot da guerra.


Zambot 3 (Muteki chōjin Zanbotto Surī)

Sunrise 1976. Trasmesso da noi a partire dal 1981

Zambot 3, era abbastanza pesantello per l'epoca. Non perché fosse brutto, eh. Il contrario, semmai. Il fatto è che la serie era, sì... piuttosto inquietante. In pratica, Zambot 3 viene annoverato come il massimo precursore del genere che verrà definito in seguito come real robot. 

In parole povere, a differenza di tutte le altre serie apparse fino ad allora, anziché seguire i soliti cliché che tutti conosciamo, si concentrava molto sulla storia e determinati aspetti e conseguenze di essa. Abbandonava temi semplicistici affrontati in chiave infantile e trattava temi come la xenofobia, l’orrore della guerra, la morte, la disperazione. Ciò fa capire come questa serie, fosse già molto avanti rispetto ai suoi tempi.

L’imbattibile Daitarn 3 (Muteki kōjin Daitān 3)

Sunrise 1978. Trasmesso da noi a partire dal 1980


Daitarn 3 - tra l’altro ideato da Yoshiuki Tomino, autore di Gundam - è una gran serie. Ché racchiude dentro di sé una genialità non indifferente per quei tempi. Era in grado di spaziare con nonchalance fra la commedia caciarona e parodistica (vedi le faccette e le mossette che faceva il Daitarn stesso) a momenti di dramma e tensione. C’è poco da dire: Daitarn III era ed è ancora oggi una gran serie.


Jeeg robot d’acciaio (Kōtetsu Jīgu)

Toei 1975. Tratto dal manga omonimo di Go Nagai e Tastuya Yasuda. Trasmesso da noi dal 1979

Eh, Jeeg è un’altra fantastica serie che ha gettato le basi del genere. Anche lui, con le sue braccine e gambette a salsicciotto ha accompagnato i pomeriggi di tanti bambini. Forse l’accostamento giallo-arancio e verde, diciamo che forse è un pochino ardito, ma in generale, chissene. Hiroshi con la sua motoretta tamarra con le alette, che si lanciava e si trasformava nella testa di Jeeg è una cosa memorabile.


Voltron (Voltron: Defender of the Universe)

Toei Animation 1981. Trasmesso da noi dal 1986

Allora, Golion (nome originale della serie) è uno dei robot più infognanti in assoluto. Il fatto stesso di essere composto da leoni mecha, di per sé, è una cosa fighissima. Però, c’è l’inghippo: noi abbiamo imparato a conoscerlo come Voltron.

In realtà, il nome originale del serie e del robot omonimo è, appunto, Golion. Il cambio di nome è dovuto al fatto che gli Americani s'accattarono questa e altre due serie, unificandole, adattandole e trasformando il tutto in una serie di montaggio. Da noi, alla fine, arrivò solo la parte corrispondente alle cinquantadue puntate della serie originale di Golion.


Getter Robot (Gettā Robo)

Toei Animation 1974. Trasmesso da noi a partire dal 1980

Per concludere, il Gettar Robot. Realizzato su - e c'è bisogno pure di dirlo? - soggetto del solito Go Nagai, il Gettar è il primo robot trasformabile in assoluto. Cioè, il capostipite che diede vita al filone dei robot componibili venuti fuori dall’aggancio di pezzi, navicelle, elettrodomestici e quant’altro.

La storia in sé, con il risveglio degli uomini-dinosauro che vogliono conquistare la Terra, alquanto pezzentella a dire il vero. Però, veicoli, mecha e personaggi erano di un figo pauroso. Ancora oggi una serie valida e molto amata.


Ebbene, detto questo credo che anche per oggi sia tutto

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