Tremors - Vermi giganti e Kevin Bacon


Mettiamola così: il bello di Tremors sta nel fatto di essere un po' come Cenerentola, volendo. Nel senso, Cenerentola è sguattera professionista, no? Veste solo pezze, dorme con i topi... c'ha pure quel giusto accenno di disturbo psicotico, visto e considerato che ci parla pure con le pantegane. 

Però, dentro, Cenerentola è principessa, proprio. In fondo, Tremors è la stessa cosa: una potenzialmente clamorosa baracconata, basata su 'na storia che di originale non ha nulla; la quale, fa pure il verso a quelle dei film di mostri anni cinquanta. 

Tuttavia, come Cenerentola, a lungo andare anche Tremors alla fine s'è rivelato essere principessa nel profondo.

Tremors - Sangue, sudore e vermi


Film come Tremors sono tirati su a lacrime, sudore, sputi e preghiere. Film in cui quasi nessuno crede veramente fino in fondo. Tipo, lo stesso Kevin Bacon che intervistato prima della distribuzione nelle sale di Tremors, se ne uscì con: 

“Non posso credere di aver fatto un film in cui ci sono vermi giganti sotterranei! Questo è il punto più basso della mia carriera”.

Eh, e invece… Sì, nella sua filmografia ci so' parecchie voci importanti: JFK, Codice d'onore, Sleepers, Mystic River, Apollo 13. Ciò non toglie che se dici “Kevin Bacon”, al massimo due cose ti vengono subito in mente: Footloose e Tremors

Perciò, forse 'sta cosa è sintomatica sull’abbaglio che Kevin s'era preso in merito al film. A ogni modo, la domanda è: com'è che alla fine Tremors funziona tanto bene?


Tremors parte subito di prepotenza con l'introduzione dei due protagonisti, fantastici eroi di questa storia: Earl (Fred Ward, venuto a mancare qualche giorno fa) e Val (Kevin Bacon). Gente semplice che campa alla buona, arrangiandosi come tuttofare.

Il momento è catartico, uno scatto di pura poesia mentre Earl dorme nel cassone del vecchio furgoncino nel frattempo Val, all'interno di 'sta suggestiva composizione, cambia l’acqua al pesce sul ciglio di un burrone. 

Chiaramente, non c’è proprio tutto 'sto gran daffare a Perfection, ridente cittadina di ben quattordici abitanti in mezzo al niente, in provincia di vattelapesca. Quindi, i due decidono di trasferirsi per cercare fortuna nella vicina e più grande Bixby.

Alla fine partono, senza stereo nelle orecchie e senza manco sgommare, sulla strada per la sfavillante Bixby. Succede però che Val e Earl s'imbattono nel vecchio Edgar, abbarbicato sul traliccio dell’energia elettrica. Chiunque sarebbe passato oltre e buonanotte.


Non loro, però. Ché loro sono tuttofare, uno c'ha i baffi e l'altro la canotta, perciò è gente competente che dà sempre una mano, perché ci capiscono. Tramite un complesso sistema d'assegnazione dei compiti basato sul calcolo statistico chiamato Morra Cinese, Val s'arrampica sul traliccio. 

Sorpresa sorpresa: Ed non ha sbroccato; semplicemente c'è morto là sopra. Perciò niente, si torna indietro per avvisare della scomparsa del vecchio. Nel frattempo, a parte la curiosa fine del tizio, schiattato per disidratazione dopo giorni in cima al traliccio, a Perfection è arrivata Rhonda LeBeck (Finn Carter).

In sostanza, Rhonda è 'na scienziodottoressologa specializzata in geologia, nonché love interest nel poco approfondito subplot del film. Sta lì a Perfection per studiare vattelapesca cosa, quando nota che i sismografi riportano degli strani dati e valori anomali nei pressi della valle.


Mentre Rhonda gioca con paletta e secchiello, si torna su Val e Earl che si dicono va be’, la parentesi C.S.I. ce la siamo fatta, la cosa del vecchio è sistemata, vediamo d'andarcene. Il dinamico duo, invece, lentamente si trasforma in un agghiacciante fusione tra Detective Conan, Miss Marple e Don Matteo.

Ovunque vanno loro, puntualmente esce fuori gente morta male. Infatti, stavolta passano per la fattoria di Fred che vive giusto fuori città. Ovviamente, scoprono che qualcuno (o qualcosa) ha fatto a pezzi tutto il bestiame…

… nonché lo stesso Fred, a cui hanno lasciato molto educatamente la testa fuori dalla sabbia cosicché potesse essere trovata e scatenare il panico.

Tra un cadavere e l’altro, ormai s'è capito che le cose stanno andando alla cazzomannaggia e i due tornano di nuovo in “città”. Si fanno prestare un paio di cavalli per andare in cerca d’aiuto, visto che
A) le linee telefoniche sono pure loro stramorte e B) l’unica strada che porta fuori Perfection è bloccata.


A 'sto punto, succedono un po’ di cose con cui sostanzialmente è inutile andarsi a impelagare più di tanto nel dettaglio. La cosa importante è che incontrano la creatura che sta seminando paura e delirio a Perfection.

Appunto, incontrata e fatto amicizia con Rhonda la scienziologa, nonché pure con una delle creature che s'è fracassata schiantandosi di testa contro un muro di cemento, morendo malissimo, Earl e Val i tuttofare, alla fine capiscono come tenerle a bada.

Poi succedono cose, parte l'intreccio con la tipica fase d’asserragliamento, dove i personaggi si riuniscono per preparare lo spannung. Inizia il terzo atto, climax, scioglimento e fine. Facile, semplice e lineare.

Sostanzialmente, Tremors, come prodotto, come storia in sé, effettivamente non ha alcunché di originale. Ci sono millemila film il cui focus è praticamente lo stesso: a partire da Assalto alla Terra del 1954 fino a Lo squalo. Passando per Lepus, L’Invasione dei mostri verdi, Zontar, La mantide omicida e compagnia cantante.


Ecco, metti, però, la somiglianza fra Tremors e tutta 'sta roba non è dovuta a svogliatezza o semplice mancanza d'idee e pecunia. Al contrario. Ciò che maggiormente colpisce di Tremors sono tre cose.

1) L’intero setting ha una base tongue-in-cheek. Alla lettera, significa "con la lingua nella guancia" e se esista o meno un corrispettivo italiano, boh. Comunque, vuol dire parlare tra il serio e il faceto. Un tipo di umorismo abbastanza sottile per un film che è una via di mezzo fra il serio e la parodia.

Ecco, Tremors è proprio questo: un film di genere che sa, perfettamente, di far parte di un filone. Appunto ne rispetta gli archetipi e gli stilemi, ma non rinuncia a delle sottili prese in giro senza mai prendersi troppo sul serio.

Esempio pratico: Rhonda. Il personaggio è la figura dello scienziato tipo, che in questi film ha funzione risolutiva, dando spiegazioni e soluzione. In Tremors, no. Si rivolgono a lei e lei ipotizza, abbozza... per poi uscirsene con che 'azzo ne so cosa so' 'sti cosi e come s'ammazzano.


2) Equilibrio. Indipendentemente dall’essere un tongue-in-cheek, Tremors riesce a tenere il giusto equilibrio, spesso in modo furbo e sorprendentemente intelligente, in tutte le sue fasi. In altre parole, c'è tensione quando c’è da provare tensione. C'è lo spavento quando c’è da spaventarsi e si ride quando c’è da ridere. 

In realtà, non è solo questione di buona costruzione delle sequenze. Per quanto possa sembrare, non è semplice dare ritmi tanto diversi alle scene senza mandare tutto all'aceto. Infatti, di film che usano la stessa impostazione ce n'è come se buferasse, però, il problema è che spesso risultano involontariamente comici.

3) La caratterizzazione dei personaggi. Tecnicamente, Tremors è un b-movie e di norma, i personaggi in questo tipo di produzioni sono sempre, puntualmente, maledettamente stereotipati. L’eroe, la spalla, il cattivo, l’interesse amoroso. Tutti belli e chiari chiari come un’insegna al neon di notte. Invece, qui si nota il tentativo, almeno, di diversificare la formula. 

Esempio pratico: il fanatico delle armi Burt Gummer. A parte che le sue linee di dialogo sono le più memorabili del film, in Tremors, Burt sarebbe potuto benissimo essere il “rogue”. Cioè, il furfante, quello che ha un certo punto, per ottenere un tornaconto, mette in pericolo tutto e tutti. 


Al contrario, sovverte lo stereotipo ed è parte integrante della scopo generale verso cui i personaggi sono indirizzati: cioè, sopravvivere. Sempre in questo senso, pure Earl e Val vengono caratterizzati in modo atipico.

Zoticoni, rozzi e agricoli. Non solo entrambi molto distanti dalla figura dell'eroe tipo, ma entrambi sono protagonisti e spalla allo stesso tempo, senza che nessuno prevarichi l’altro. Ora, vallo a sapere dove finisca l’intelligenza e dove comincino le botte di culo. 

Perché, essenzialmente, Tremors è un film che funziona alla grandissima in tutte le sue parti. Un po’ come un orologio, dove ogni ingranaggio viene realizzato e messo nella posizione giusta per far sì che tutto funzioni.

Ciò non toglie che stiamo sempre parlando di un b-movie girato a basso costo, insomma. Fatto che porta un tantino difficile a credere che ogni sua singola parte sia stata così curata. Tanto, da risultare efficace e non far perdere botta al film neanche dopo quasi trent’anni. 

Però, oh, le cose così stanno. Fortuna o meno che sia, Tremors è un gran film, molto solido, divertente ed efficace nella sua semplicità, che vale ancora la pena di guardare trenta e passa anni dopo.


Ebbe, detto questo credo che anche per oggi sia tutto.


Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.


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