Ghostbusters 2 – La maledizione del numero 2



Ghostbusters 2, cerchiamo di capirci bene, non è un’atrocità contro natura. Non è il marchio del peccato o qualcosa del genere, no. Però, visto e considerato tutto quanto, certo non si può manco dire sia un buon film. Anzi. Tanto più, pensando al fatto che sia il seguito dell’originale Ghostbusters. Cioè, non solo il miglior film del 1984, ma addirittura il più grande successo economico, a livello globale, dell’epoca.

Il presupposto era semplice: critica, pubblico, bambini, anziani, praticamente tutti impazzirono per gli Acchiappafantasmi. Il film è stato un successo mostruoso, la serie animata altrettanto. Il brand, a quel punto, era letteralmente oro puro. Fare un seguito non era un’opzione ma un dovere e così, nel 1989 esce Ghostbusters 2. Risultato: se tanto mi dà tanto era meglio evitare.

La trama di Ghostbusters 2 è abbastanza semplice, per non dire basilare. Eppure, nonostante questo ci mette circa quindici minuti per accartocciarsi malamente su se stessa. Cosa, se ci pensi un attimo, piuttosto incredibile. Incredibile però, nel senso d’incredibile come si possa partire da un assunto del genere sperando che funzioni. Problema, tanto più grave, in quanto non riguarda esclusivamente Ghostbusters 2.

In effetti, questo è un problema che accomuna, in generale, buona parte di ogni seguito di film famoso mai prodotto. Andiamo con ordine, però: il film inizia con la didascalia “5 anni dopo”. In pratica, lo stesso arco di tempo che nella realtà separa l’uscita di Ghostbusters 2 da Ghostbusters del 1984, ok? Bene.

Allorché, siamo a New York: Dana Barrett (Sigourney Weaver) cammina in strada per i fatti suoi, spingendo una carrozzina con dentro suo figlio, Oscar. Benissimo. A un certo punto, dalle crepe sulla strada viene fuori ‘sta specie di melma rosa, lei ci passa tranquillamente sopra e all’improvviso, la carrozzina prende vita schizzando in mezzo al traffico. 

Fortunatamente, Dana riesce a raggiungere e salvare il figlio. Stacco. Nel frattempo, la Ecto-1 corre a sirene spiegate fra le strade. A bordo, Ray Stantz (Dan Aykroyd) e Winston Zeddemore (Ernie Hudson). Ecco, pensi, finalmente gli Acchiappafantasmi. Però, aspetta n’attimo: sono solo due. Forse, nel frattempo, è successo qualcosa a Dana e loro sono i più vicini a lei. Oppure, gli altri sono in pericolo e stanno correndo a salvarli.

Ci sarà un’emergenza o qualcosa del genere, insomma. Invece no. No, niente. La grande emergenza è… uhm, sì… una festa di compleanno. In sostanza, il fatto è che gli Acchiappafantasmi, Ray e Winston almeno, sono ridotti a fare le comparse in costume alle feste per bambini. Motivo? Stanno pieni di debiti e col culo a terra. Perfetto. Perché?

Perché, ecco la grande svolta di Ghostbusters 2, dopo aver salvato il mondo da Gozer cinque anni prima, a causa dei danni relativi alla battaglia con lui e Stay Puft Marshmallow Man, l’intero stato di New York ha deciso di fare causa agli Acchiappafantasmi; e il fatto buffo è che poi le cose peggiorano ancora, eh.

Infatti, i due arrivano a ‘sta cacchio di festa e indovina? Vengono bellamente presi a sputi e fischi dai bambini. Ingrate larve di yuppie che volevano He-Man, anziché ‘sti due scappati di casa. Ché, dai, chi ci crede ai fantasmi. I fantasmi non esistono, questi so’ truffatori. Di nuovo: nessuno crede ai fantasmi, i Ghostbusters sono truffatori.

Allora, punto primo: perché ‘sto fatto di sottolineare tanto He-Man? Ok, i MOTU (Masters of the Universe per chi viene da un altro pianeta) erano incredibilmente popolari, d’accordo. Nei primi anni ’80, però. Raggiunsero il picco massimo della popolarità, orientativamente, verso il 1985-'86. Dopodiché, una vera e propria caduta in picchiata verso il declino.

I dominatori dell’universo (Masters of the Universe) il film live action con Dolph Lundgren uscì nel 1987. Un disperato tentativo fuori tempo massimo di rivitalizzare il ffranchise, quando ormai era ai limiti e non fregava quasi più niente a nessuno. Invece, Ghostbusters 2 è uscito nel 1989 e sai cos’era che tirava come un treno a quell’epoca? Esatto: The Real Ghostbusters. La serie animata basata sul film del 1984.

Ora, premessa: The Real Ghostbusters è stata una serie amatissima e di grande successo. Andata avanti a oltranza per sette stagioni dal 1986 al 1991, ok? Dopo la festa di compleanno, Winston dice: “Sì, abbiamo materializzato quaranta metri di pupazzo, finendo per essere denunciati da ogni distretto, contea ed ente governativo di New York”. Quindi, punto secondo: in appena dieci minuti, il film ha stabilito che il peggior nemico degli Acchiappafantasmi è una causa legale. 

Questi stanno inguaiati col fisco e sono alla disperata ricerca di un modo per fare soldi. Considerazione: esattamente quello che ogni ragazzino, dopo aver amato il film originale, ma soprattutto, appassionato della serie animata s’aspettava di vedere. Oltretutto, gli altri due Acchiappafantasmi, Peter Venkman (Bill Murray) e Egon Spengler (Harold Ramis) non è chiaro, ma pare abbiano lasciato il gruppo.

Per dedicarsi, uno, Egon, a bizzarri esperimenti sulla misurazione della rabbia. L’altro, Peter, conduce un programma tv chiamato Mondo Medianico. ‘Na roba di bassa lega sul paranormale che ospita per lo più casi umani. Allora Dana si rivolge a Egon raccontandogli la storia della malvagia carrozzina posseduta, chiedendo consiglio sul da farsi. 

Solo, dice, di non farne parola con Peter. Ah, sì? Perché ‘sta cosa di non dirlo a Peter? Comunque, a proposito di Dana: adesso lavora al Manhattan Museum of Art. Oh, capiamoci: metti che ce n’è di film i cui avvenimenti hanno come unico scopo quello di accomodare la trama; ma qui siamo agli estremi.

Nel senso, con un risvolto meno credibile di una moneta da tre Euro, da un film all’altro, Dana passa da musicista professionista in un’orchestra sinfonica a restauratrice di antiche opere d’arte. Così, di botto. Semplicemente perché in Ghostbusters 2 Vigo, o meglio, il suo dipinto, guarda caso è esposto proprio al museo dove, appunto, lavora Dana.

Il succo è che lo spirito di Vigo il Carpatico (Wilhelm von Homburg) un, boh… despota-tiranno-oligarca-dittatore a titolo generico, s’è risvegliato. Non è chiaro se, in qualche modo, sia connesso alla melma che scorre sotto New York o viceversa. Il film non specifica mai in questo senso. Fatto sta, che Vighino vuole tornare ai fasti di un tempo.

Solo che, per farlo, c’ha bisogno di un corpo in cui reincarnarsi. Non un corpo qualsiasi, attenzione: Vigo vuole un infante; e manco uno a caso, no. Vuole proprio Oscar, il figlio di Dana. Perché… No, un perché non c'è. In Ghostbusters 2, fra centinaia di visitatori - fra cui famiglie con bambini e neonati a carico - che ogni giorno affollano il museo, Vigo vuole Oscar e non c’è un solo motivo che giustifichi l’insistenza su 'sta cosa.

Tranne rendere, particolarmente agghiaccianti, le dinamiche di coppia tra Dana e Peter. Il fatto è che in Ghostbusters 2, mi viene detto che so’ finiti a sputi e pernacchie. Tanto che, addirittura, Dana s’è sposata con un tizio, ha avuto un figlio e ha pure divorziato. Non fosse stato per la melma, i due manco avrebbero ripreso i contatti.

Quindi, esattamente, cosa stiamo vedendo? Peter che tenta di rimettersi insieme a Dana per andare, di nuovo, in giro a presentarla come “la vecchia palla al piede” e farsi lasciare ancora? Vederli così, nel tentativo di ricucire una situazione finita al cesso è triste, oltre che imbarazzante. Tuttavia, questo succede per un motivo ben preciso. Comunque.

Circa tre quarti d’ora di tiritere dopo, finalmente Ghostbusters 2 entra nel vivo dell’azione: gli Acchiappafantasmi, scendendo abusivamente nelle fogne per indagare sulla melma, causano involontariamente un blackout che paralizza New York. Perciò, vengono portati in tribunale per essere processati. Esatto, una causa legale. Proprio come nei cartoni animati. Uguale, proprio.

Attenzione, però, ché qui viene il meglio: il giudice Stephen Wexler (Harris Yulin) dice testualmente: “La legge non riconosce l’esistenza dei fantasmi. Non ci credo neanche io. Lasciamo le storie di fantasmi ai bambini, capito?” No, aspetta aspetta, cos’è che diceva Winston all’inizio? 'Na cosa riguardo l’aver evocato un fantasma a forma di pupazzo alto quaranta metri, giusto?

Perciò... L’intero stato fa causa agli Acchiappafantasmi poiché li ritengono colpevoli dell’evocazione dei fantasmi che hanno paralizzato la città, addossandogli poi la piena e completa responsabilità dei danni causati proprio da questi fantasmi. Eppure, il giudice afferma che la legge non riconosce l’esistenza dei fantasmi. Allora per cosa, esattamente, lo stato di New York ha fatto causa agli Acchiappafantasmi?

Il grosso problema di Ghostbusters 2 è proprio questo: una storia debole ai limiti del plausibile; e no, non riguarda il fatto che si parla di fantasmi. Proviamo a metterla in questo modo: al di là di provare inconfutabilmente l'esistenza del paranormale, l'unico altro avvenimento che potrebbe cambiare radicalmente la società umana è il contatto con una civiltà aliena.

Ora, per come si evolve la storia di Ghostbusters 2 è un po’ come se in Independence Day, dopo l'arrivo degli alieni cattivi sulla Terra e relativa battaglia per la salvezza del genere umano, gli Stati Uniti facessero causa al presidente per i danni. Non solo: seguendo la logica del film, passano diciamo cinque anni, gli alieni tornano, il presidente cerca di avvertire tutti e... Niente. Fanculizzati, ché tanto gli alieni non esistono e tu sei un truffatore. Ecco, capito qual è il problema principale di Ghostbusters 2?

Ghostbusters 2, così come Mr. Crocodile Dundee 2, Il gioiello del Nilo, Il mistero delle pagine perdute tanto per dirne un paio, partono tutti dallo stesso assunto: la convinzione di produttori, sceneggiatori e registi che il pubblico voglia vedere, alla lettera, sempre le stesse cose. Che in testa o magari in culo chissà, lo spettatore tipo abbia una specie di pulsante reset. Lo premi e per magia dimentica tutto.


In questo modo, gli puoi propinare ancora e ancora lo stesso pastone. Non importa poi quanto sia stupido. Esempio lampante: il primo Ghostbusters, non è ambientato in qualche specie di universo alternativo, realtà parallela o cose del genere. Il 1984 del film originale è lo stesso 1984 in cui vivevano tutti. Non c’erano prove tangibili che i fantasmi esistessero.

Perciò, i protagonisti dovevano lottare con lo scetticismo delle persone e i pregiudizi di un mondo indifferente al paranormale. Per estensione, ciò significa che gli Acchiappafantasmi potevano essere considerati truffatori. Ma questo, fa parte del gioco. Trattandosi di una storia di fantasia, la svolta prevede che il paranormale diventi un fatto certo. 

Voglio dire, dopo aver visto, dove in mondovisione è stato visto, documentato e accertato un omino di marshmallow alto quaranta metri distruggere la città… Il leitmotiv di Ghostbusters 2, invece?


Siccome agli spettatori era piaciuta ‘sta cosa degli Acchiappafantasmi prima sputati e poi acclamati, allora in Ghostbusters 2 l’intero primo atto deve assolutamente mostrare gli Acchiappafantasmi, caduti nel dimenticatoio, alle prese con la stessa situazione. Nonostante questo sia, letteralmente, impossibile visti gli eventi del primo film.

Oppure, al pubblico è piaciuta l’interazione fra Bill Murray e Sigourney Weaver? In Ghostbusters, vedere le continue, insistenti avance di Peter Venkman era divertente. Sai com’è, no, la storia degli opposti che si attraggono, insomma. Allora abbozziamo ‘na mezza cazzata, così facciamo di nuovo la storia degli opposti che s’attraggono. Non importa quanto sia stupida ‘sta cosa.

Ancora, il climax di Ghostbusters 2: siccome nel film originale c’era ‘sto mostro gigante che distruggeva New York, allora deve starci la stessa cosa pure nel seguito. Non importa come, dev’esserci qualcosa di gigante e basta. Sia chiaro, normale che uno, da spettatore, voglia vedere quelle dinamiche e svolte familiari che gli hanno fatto apprezzare l’originale. Però, questo è un conto. Tutt’altro paio di maniche è schiaffarmi in gola, in scala 1:1, una versione più stupida del film precedente.


Appunto, fare un seguito non era un’opzione ma un dovere; s’era detta ‘sta cosa, no? Ghostbusters 2 non è frutto di una qualunque ispirazione creativa, ma un lavoro meccanico. Astruso, sciatto e forzato in quanto si tratta della risposta a una semplice logica di mercato.

Ghostbusters 2 è, palesemente, un prodotto fatto per essere fatto. Non s’avvicina manco per un attimo all’ispirazione, tanto meno, alla fantasia e alla creatività né del film originale che della serie animata. Da cui, tra l’altro, avrebbero potuto prendere a piene mani. Eppure, nonostante questo, Ghostbusters 2 è un film che piace.

Per qualche strana ragione, sarà l’affiatamento, la bravura o magari la forza stessa dei personaggi stessi, chissà; a ogni modo il nucleo Murray, Aykroyd, Ramis e Hudson funziona alla grande. Sono divertenti e, anche se a ogni visione Ghostbusters 2 pare sempre un po’ più stupido, non puoi fare a meno di provare affetto e un po’ di nostalgia guardandoli.

Vigo, per quanto sia una giustapposizione poco caratterizzata di Dracula, resta un cattivo interessante e, tutto sommato, un bel personaggio. Pure gli effetti speciali, pratici, vecchia scuola, sono ancora incredibilmente godibili. Da commuoversi, quasi. Ghostbusters 2 era, è e rimarrà sempre un film senza ispirazione. A tratti stupidamente imbarazzante. Ma che vuoi farci, gli Acchiappafantasmi so’ sempre gli Acchiappafantasmi.


Ebbene, detto questo anche per oggi è tutto.

Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.




Commenti

  1. leggevo tempo fa (mi sembra proprio sul tuo blog ma farse sbaglio), che la sceneggiatura originale di Ghostbusters2 era molto diversa, ci ritrovammo questo film poi per motivi di marketing\produzione folli

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