Scuola di Mostri - Il ragazzo ha le capacità ma non s'impegna



The Monster Squad, arrivato da noi con l’agghiacciante titolo Scuola di Mostri, in linea di massima è un film abbastanza particolare; magari persino singolare, volendo. Certo, più che altro per tutta 'na serie di motivi sbagliati, ma tant'è. Il fatto è che gli anni '80, fra le tante, fondamentalmente sono stati pure gli anni dei film per adolescenti: Risky Business, The Breakfast ClubLa storia infinita, I GooniesBella in rosa, Una pazza giornata di vacanza, giusto per dirne qualcuno al volo.

In altre parole, un filone, quello dei film per adolescenti, oggi quasi scomparso ma incredibilmente prolifico all'epoca; dove, da Piramide di paura a Ritorno al futuro, titoli di ogni tipo, forma e misura sono partiti col dominare i botteghini e poi finiti per diventare, col tempo, dei classici di culto. Ecco, adesso però, metti che per ogni La storia fantastica c'era un Piccoli mostri. Per ogni Labyrinth c'era un Legend. Per ogni Ragazzi perduti c'era un Licenza di guida.

Tradotto ulteriormente, ciò significa che non tutti potevano essere un Chris Columbus in una produzione del Señor Spielbergo a caso. Cioè, spesso e volentieri, tolta la patina amarcord color giallo-Ferrero Rocher, molti di questi film rappresentano classici casi di fama crescit eundo retta quasi esclusivamente dalla nostalgia. Tolta quella, finiscono per schiantarsi contro un muro di spernacchiante realtà. 

Quindi, Scuola di mostri parte, così, di botto, presumibilmente in Transilvania. No, presumibilmente perché in realtà il posto non viene apertamente specificato, ma visto che la Transilvania è praticamente il caput mundi di e per ogni stereotipatissimo film di mostri da cent’anni a questa parte, al 99% sicuro siamo lì. Comunque. Arroccato nel suo castello, Dracula sta facendo... beh, sì... i suoi affari da Dracula, insomma. 

Questo, almeno, fino a quando 'sto gruppo di zoticoni autodefinitisi i combattenti della libertà (?!), fa irruzione a colpi di dinamite. Capitanati dal professor Van Helsing, naturalmente, gli zappaterra della libertà sono lì per impedire che il male dilaghi sulla Terra. Come? Grazie a un rituale da far recitare a una vergine (?) messo a punto da Van Helsing, affinché il gioiello ('na pacchianata di proporzioni clamorose) di Dracula sprigioni il suo potere. 

Ovvero, aprire una sorta di limbo in cui confinare le creature delle tenebre; e diciamo che la cosa riesce pure. Più o meno. Cento anni dopo, in America, Sean e Patrick, due ragazzini delle medie, si trovano nell'ufficio del preside a dover affrontare le conseguenze dei loro gravissimi atti di ribellione giovanile che potrebbero, addirittura, avere ripercussioni drammatiche sulla loro vita. Infatti, i due sono stati sorpresi in classe a fare i disegnetti coi mostri.

Eh, signora mia, oggi iniziano a disegnare i mostri, domani chissà dove andranno a finire. Nel frattempo questo, l’attenzione si sposta sul terzo componente del trio: Horace, elegantemente soprannominato Rotolo per via della sua "peculiare fisicità", il cui sport preferito, a quanto pare, è prendere schiaffi. Peccato che a un certo punto, a togliergli l'oro per i meglio schiaffi pigliati a buffo, arriva lui: Rudy. 

A Rudy, del resto, un curioso quanto desolante incrocio fra Tom Cruise e Fonzie a misura de Le Piccole Canaglie, gli basta arrivare in sella alla sua bmx nel cortile della scuola e accendersi la paglia col cerino sfregato sul tacco dello stivale per mettere tutti in riga facendo piovere ammirazione. Aperta e chiusa parentesi: forse, proprio questo è il punto più debole Scuola di mostri. No, non tanto l’aspetto di Rudy, cioè da ragazzo di famiglia bene vestito da Renegade per carnevale.

Nel senso, sì, fa ridere pure le mosche, certo. Il problema, semmai, sta nel fatto che sia un liceale; di sedici-diciassette anni, per di più. Perciò, ‘sta cosa di volersi unire al Club dei mostri fondato da ‘na manica di dodicenni, con sede legale nella casetta sull’albero e sedute tolte all’ora di cena quando la mamma chiama, proprio non regge e diciamo pure che è la cosa, paradossalmente, meno credibile di tutto il film.

In ogni caso, nel mentre il Club dei mostri in seduta plenaria decide se sia il caso o meno di accettare Rudy, i mostri tornano alla carica; anche se in modo non proprio chiarissimo, comunque tornano alla carica. Infatti, passati questi cento anni, Dracula è libero (?) e si ritrova, guarda caso, proprio nella città dei protagonisti. Tra parentesi, Dracula è interpretato da Duncan Regehr. Ovvero Zorro nella serie anni ’90 che qui da noi andava su Solletico.

Quindi, Zorracula, qui, per prima cosa mette su la sua cricca di mostri-servi personale, con lo scopo di rimpossessarsi del gioiello-pataccone e usarlo (?) affinché il male possa trionfare sulla Terra. Tuttavia, c'è un grosso però: il diario di Van Helsing, quello dove aveva scritto per filo e per segno dove trovare e come usare il gioiello, viene regalato a Sean dalla madre. Unico problema: non hanno la più pallida idea di cosa ci sia scritto. Per questo decidono di andare dall'abominevole uomo tedesco. 

Un tipo abbastanza inquietante che vive in fondo alla strada. Effettivamente, il tedesco, cioè Leonardo Cimino, il medico personale del Barone in Dune e conosciuto ai più per la parte di Abraham Bernstein in Visitors, ce l'ha la faccia del tipo inquietante. Intanto, a sorpresa, si rivela una brava persona e aiuta i ragazzi. Cosicché, una volta a conoscenza del contenuto del diario, nonché preso atto della recente ondata di mostri avvistati in città, i ragazzi fanno due più due.

In altre parole, sono assolutamente convinti che il Club dei mostri, cioè loro, sia l’unica cosa in grado di fermare l’avanzata del male. Perciò, fatti armi e ritagli, s’imbarcano nella loro personalissima piccola crociata contro Dracula e... punto. A parte questo, non è che ci sia molto altro da dire a proposito, in realtà. Scuola di mostri è un film, oggettivamente, invecchiato maluccio con più difetti che pregi. Cosa evidente già all'epoca, del resto.

All'uscita, Scuola di Mostri fu un floppone; ma di quelli brutti-brutti-brutti, però. Cosa che rende evidente il fatto che persino al pubblico di allora non erano scese certe cose. Tipo, l'assoluta mancanza di backstory o background dei personaggi. La maggior parte dell’azione, effettivamente, non ha alcuna spiegazione e/o motivazione logica. Le cose accadono perché devono accadere. Di conseguenza, i personaggi: marionette statiche, messe lì nel tentativo di far avanzare in qualche modo la trama.

Sia chiaro, Scuola di mostri è pur sempre un B-movie tirato allo sparagno, eh; certo non la produzione giga-chad di uno Spielberg a caso, per dire. Per questo, su tante cose, di una storia riassumibile in larga parte su un post-it, uno è pure disposto a sorvolare. Una storia, tra l'altro, scritta volutamente così da Fred Drekker, regista e sceneggiatore di Dimensione Terrore e House - arrivato qui col ridicolo titolo di Chi è Sepolto in quella Casa? - insieme a Shane Black.

Lo stesso Black regista di Iron Man 3, ma famoso sceneggiatore di cose anni '80 come Arma Letale e L’Ultimo Boy Scout, per dire. Pure se alla fine quasi tutti lo conoscono come Hawkins, il cecato con gli occhialoni nell'originale Predator. Ecco, magari è per questo se tante cose, non è che non leghino, diciamo... No, fanno direttamente a cazzotti le une con le altre. Tipo certi temi, lì, messi sullo sfondo di un film il cui mood è quello di un episodio di Scooby-Doo. 

Il fatto che i genitori di Sean, per esempio, stiano lì lì per prendersi definitivamente a sputi e pernacchie in modo sorprendentemente drammatico. Oppure, sempre per esempio, il fatto che "L’abominevole uomo tedesco", a giudicare da quei "numeretti" tatuati sul braccio, i mostri, quelli veri, li abbia visti sul serio decenni prima in un campo di concentramento. Queste sono caratterizzazioni, risvolti, estremamente cupi. Soprattutto per un film del genere. Eppure... 

Magari è per questo se Scuola di mostri è un film, appunto, particolare. Nel senso, il punto non è tanto l'aver preso (manco più di tanto) le distanze da quelli che poi sono diventati i temi portanti del genere per ragazzi, come l'avventura, l'amore adolescenziale e risvolti fantascientifici in genere, preferendo l'horror. Innocuo, certo (manco più di tanto, considerando il lavoro di Stan Winston) ma comunque nei "limiti" di quelli che potevano essere considerati tali tre decenni fa. 

Per metterla in un altro modo, quell’umorismo tongue-in-cheeck - cosa che per certi versi lo rende molto simile a Tremors - grossolano, assurdo, iperbolico ma sempre pienamente consapevole di essere tale, non è facile né da fare né da tenere in piedi. Quando Sean, per dire, urla a Rotolo di dare un calcio nelle palle all’uomo lupo, cioè, quanti film effettivamente riuscirebbero a far funzionare una cosa del genere? Sotto questo aspetto, Scuola di Mostri è un film assolutamente fantastico. 

Ovviamente, non tutto funziona e molte cose, tipo Phoebe, la sorellina di Sean che ricalca con Frankenstein il rapporto fra E.T ed Elliot, sono ai limiti della tenerezza. Tolto questo, però, Scuola di mostri è un vero e proprio zeitgeist. Un manifesto, anzi, un’istantanea che in appena un’ora e mezza, al netto dei suoi difetti, riesce a riassumere quasi perfettamente sia un genere sia un'intera generazione. Non gli puoi dare addosso a un film così.


Bene, detto questo anche per oggi sia tutto.

Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.

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