DREDD 2012 - LA LEGGE DEI CINECOMICS


Giusto a beneficio di quelli la cui massima conoscenza del personaggio si limita al film a uso ridere con Stallone, il Giudice Dredd è un personaggio creato negli anni '70 da John Wagner e Carlos Ezquerra. Nello specifico, la sua prima apparizione risale al 1977 sul secondo numero di 2000 AD, una rivista antologica inglese di fumetti. Ora, Dredd è un personaggio "particolare", quasi parodistico, diciamo.

Considerando che ogni cosa è figlia dei suoi tempi, sostanzialmente Dredd è una specie di versione estremizzata e iperbolica del "poliziotto-sbirro" anni '70 alla Harry “La Carogna” Callaghan, le cui storie, spesso estremamente violente ma inframezzate da una certa dose di humor, in realtà sottendono una forte critica anti-autoritaria. Ecco, il punto con cui si possono riassumere tutti i problemi di Dredd 2012 è proprio questo: la larghezza di banda delle storie di Giudice Dredd.

Per capirci meglio, diciamo che 'sto Dredd 2012 si trova a dover fare i conti con tre nemici mortali: 1) La sua controparte cartacea, il Dredd a fumetti, forte di oltre quarant’anni di storie che si porta sul groppone. 2) I danari, senza i quali, da che mondo è mondo non si canta messa. 3) Lo spettro smascellante di Sylvester Stallone, che aleggia in tutina aderente nel film heavy-super-pacchian di trent'anni fa. Allora come li combatti 'sti mostri? Semplice: con l'amore.

Cioè, hai un personaggio a fumetti pochissimo conosciuto fuori dalla Gran Bretagna, da cui hanno tirato fuori un film costato abbastanza caro con Stallone, il cui massimo ricavo è stato un trionfo di fischi e pernacchie; e su questa base l’idea sarebbe... ? Farci un altro film, quasi vent'anni dopo, però con meno della metà dei soldi spesi per quello precedente e senza manco uno straccio di claim-name da metterci dentro. Tanto di cappello ad Alex Garland, sceneggiatore amico del cuore di Danny Boyle

No, perché solo un pazzo spinto dall’amore per il personaggio poteva lanciarsi in un progetto partendo da questi presupposti. In realtà è comprensibilissimo. Dopotutto, il background di Giudice Dredd è un grande classico: futuro distopico col pianeta andato all’aceto a causa delle guerre nucleari. Stati Uniti ridotti a una landa deserta e nuclearizzata conosciuta come Terra Maledetta. Gli esseri umani sopravvissuti, che vivono barricati in giganteschi sprawl chiamati Mega-City. 

Sul serio, come si fa a non adorare tutto questo? Comunque. Nel futuro di Dredd, sulla costa americana affacciata sull’Atlantico si trova Mega-City One, megalopoli sterminata in cui risiedono circa ottocento milioni di abitanti. La maggior parte di essi vive ammassata nei City-Blocks, enormi palazzoni di centinaia di piani che ospitano migliaia di persone. In pratica, periferie intere che anziché in orizzontale si sviluppano in verticale. La storia di Dredd 2012 comincia da uno di questi palazzoni, Peach Trees.

Peach Trees è attualmente sotto il giogo di Madeline "Ma-Ma" Madrigal: ex prostituta che dopo aver evirato a morsi il pappone scala i vertici della criminalità e ora mantiene il potere con violenza e brutalità. Tuttavia, il più grande successo di Ma-Ma è la Slo-Mo: una droga che porta il cervello a percepire lo scorrere del tempo solo all’1% del normale. Con questa roba ha intenzione di espandere il proprio impero e ottenere il controllo anche degli altri blocks. 

Sfortunatamente, quando tre poveracci vengono sorpresi a spacciare in proprio senza il suo permesso, Ma-Ma li fa imbottire di Slo-Mo, scuoiare vivi e infine buttare giù dal centesimo piano. Una morte schifosamente orribile, se pensi che tutto ciò viene avvertito e vissuto al rallentatore. Una dimostrazione di forza, certamente, ma un grosso sbaglio comunque; perché a investigare sugli omicidi viene mandato proprio Dredd. 

A cui, tra l’altro, è stato assegnato pure il compito di tirarsi dietro e dare la sua valutazione della recluta Cassandra Anderson. Una mutante che non è riuscita a passare gli esami per diventare giudice. Visti però i suoi enormi poteri telepatici, le viene data la possibilità di agire sul campo insieme a Dredd. Quindi, arrivati a Peach Trees le cose precipitano immediatamente: per evitare che i giudici vengano a sapere che proprio lì nasce la Slo-Mo, Ma-Ma fa sigillare l’edificio, avvisando poi che non sarà riaperto fino a quando qualcuno non le porterà le teste dei giudici.

Benissimo, adesso però ci sono un paio di cose da spiegare assolutamente. In primis, come il mondo intero ha tenuto a sottolineare all’epoca, Dredd 2012 diretto da Pete Travis e co-scritto con Alex Garland è letteralmente uguale a The Raid, scritto e diretto da Gareth Evans. Siccome The Raid è uscito nel 2011, cioè un anno prima di 'sto Dredd, il pensiero più lecito è che Pete Travis si sia, forse, "ispirato un po' troppo", a Gareth Evans. Giusto? No. In realtà, le cose sono abbastanza diverse.

Forse non tutti sanno che esiste un fenomeno definito Twin Films: ovvero "film gemelli", con trame simili - se non addirittura uguali a volte - prodotti e distribuiti contemporaneamente da due diversi studi cinematografici. I motivi possono essere diversi, ma in generale questo fenomeno si verifica a causa del fatto che una sceneggiatura, prima di essere accettata, può anche farsi il giro delle sette chiese, insomma. Cosa che può portare poi a due o più società di produzione che investono in sceneggiature simili contemporaneamente, dando origine a una corsa per distribuire i film. 

Quindi, nel caso specifico di The Raid/Dredd 2012, non solo l'idea dell'eroe intrappolato in un edificio/luogo singolo non è il massimo dell'originalità - mai sentito parlare di Die Hard, no? - ma il motivo principale per cui si opta per questa impostazione è principalmente per motivi economici. Una singola location, a differenza di set esterni o allestiti in teatri di prosa, ti permette di tenere i costi molto bassi. Appunto, The Raid è un film indonesiano mentre Dredd è una produzione anglo-sudafricana. Nessuno dei due è produzione giga-faraonica di Hollywood dove i milioni volano a centinaia.

Inoltre, la produzione di Dredd 2012 è iniziata a Novembre 2010, mentre quella di The Raid a Marzo 2011. Poi, però, Dredd è stato posticipato. Perciò parlare di un eventuale plagio, di chi a chi, fra due produzioni semi-indipendenti con uno scarto di pochi mesi fra l'una e l'altra non è plausibile. Detto questo, la seconda cosa da specificare è: sì, Dredd 2012 è di una linearità assoluta. Con personaggi (quasi) a crescita zero e totale mancanza di qualsivoglia plot twist; e fin qua siamo d’accordo, perché… è la verità, insomma.

Però capiamoci: Alex Garland ha cominciato a buttare giù le prime bozze della sceneggiatura già nei primi anni 2000. Inizialmente, il primo script ruotava attorno a Judge Death, uno dei principali nemici di Dredd. Mica Garland è l’ultimo dei fessi, però. A un certo punto s’è reso conto che la cosa non avrebbe mai potuto funzionare. Semplicemente perché un film simile richiedeva una conoscenza troppo specifica di personaggi e vicende. 

Andare avanti su questa linea significava dover dare al pubblico un pacco di fumetti all’entrata del cinema e dirgli: “Tié, datevi ‘na spicciata a leggere che tra mezz’ora comincia il film”. Chiaro che non era cosa. Il problema sta nel fatto che personaggi con una lunga storia alle spalle, nel bene o nel male, ti portano per forza di cose a fare salti mortali in fase di adattamento. In Dredd c’è satira, violenza, critica, umorismo… un adattamento fedelissimo è pressoché impossibile senza sbilanciarsi da una parte sacrificandone l’altra. 

E il rischio, qua, era bello alto visto che Garland alla fine c’ha buttato in vena iniezioni massicce di sterealismoidi-Nolan-style. In questo senso, la nuova Mega-City One di Dredd 2012 è un immenso, caotico sprawl fatiscente, cupo, sporco e decadente. Naturale estensione di quelle che potrebbero benissimo essere le reali megalopoli a crescita incontrollata. Di conseguenza è naturale che pure quelle cafonate delle divise dei giudici venissero totalmente riviste, diventando quello che in effetti dovrebbero essere: corazze, grezze e funzionali, il cui unico scopo è mantenere in vita il più possibile.

Parliamoci chiaro, i film di supereroi che provano a fa’ i "seri", non funzionano. Perché, tanto per fare un esempio semplice, se prendi Batman e lo esautori completamente dal suo contesto di fantasia, ti rendi subito conto che non sta in piedi. Se provi a fare un passo indietro e guardare l’albero intero anziché solo una foglia, uno che nella realtà va in giro a “combattere il crimine” con la Batmobile e vestito da pipistrello, non solo è ridicolo ma la sua carriera finirebbe massimo in una settimana, molto probabilmente in un lago di sangue.

Il rischio che Dredd 2012, nella foga di distanziarsi quanto più possibile dal Dredd pacchiano di Stallone, finisse a ripiegare trasformandosi in una copia dei BatNolan o qualcosa di simile, era altissimo. Invece, fortunatamente così non è stato. La differenza sta nel fatto che Alex Garland ha fatto quello che appunto avrebbero dovuto fare all'epoca: una scelta. In sostanza, ha deciso di concentrarsi su un unico aspetto di Dredd e portarlo fino in fondo. 

Quindi niente più umorismo, niente satira e via dalla lista pure le sparate da cowboy che fa fuori il cattivo col sorriso sulle labbra. Qui, rimane solo l’aspetto crudo e violento di Dredd. Un aspetto del resto realistico, certo. Con un Dredd più vero e meno giocattoloso, sicuramente. Ma di certo, non esautorato dal suo contesto di fantasia. Per quanto plausibile, credibile, possa mai essere, su schermo vedi Dredd e il suo mondo. Non certo un bizzarro mash-up finto-vero. 

Tanto per dire, durante la stesura dello script, Garland ha avuto il supporto di John Wagner, il creatore del personaggio. Il quale (che a suo tempo definì il film con Stallone una barzelletta scema) ha tenuto a dire che Garland ha realizzato “un prodotto al 100% Dredd”. Questo, in altre parole, significa adattare. Lo spirito della storia, il suo significato, i suoi personaggi, la sua essenza vengono rispettati. Per dire, il fatto che il Palazzo di Giustizia di Mega-City One sia diverso, così come le divise dei giudici o quel che diavolo siano, non conta molto. Sono accessori secondari nella storia. 

In altre parole, se prendi Conan il barbaro e al posto della spada gli metti un paio di pugnali in mano, il personaggio resta quello. Se invece prendi e lo fai piangere davanti a Bambi l’hai completamente deformato. Per questo Dredd 2012 funziona. La storia, specie di fusione fra Die Hard e Training Day, fila via che è una favola; e nonostante sia stato tirato su con una trentina di milioni appena - perciò non c’era la possibilità per ficcarci dentro troppe cose - vince sul vecchio film di Stallone dieci a zero. 

Karl Urban, nei panni del Giudice Dredd è semplicemente fantastico. Ché il buon Karl al volo ha capito perfettamente ruolo, storia e personaggio. Soprattutto, vattelo a trovare un attore protagonista che per tutto il film accetta di rimanere con il viso semicoperto da una maschera. Olivia Thirlby, il Giudice Anderson (altro personaggio pescato dai fumetti) è l’unico richiamo agli elementi fantastici delle storie di 2000 AD e strano a dirsi, il fatto di essere una mutante telepatica in grado di entrare nella testa delle persone la rende (paradossalmente) più “umana” di Dredd. 

Un personaggio più empatico che vediamo evolversi (nei limiti, chiaro) nel corso della storia, che controbilancia perfettamente Dredd e la sua mancanza di emozioni. D’altronde Dredd è Dredd, insomma. Perciò, che rimanga uguale dall’inizio ci sta. Lena Headey, invece, oggi conosciuta ai più come Cersei Lannister di Game of Thrones, che te lo dico a fare: eccezionale come sempre. Prende il ruolo di Ma-Ma e ci tira fuori il miglior cattivo di un film d’azione degli ultimi anni.

Ultimo, ma non meno importante, per la serie la fame fa uscire il lupo dal bosco, la storia della droga Slo-Mo è una trovata incredibile. Da 300 a Sherlock Homes, in un periodo in cui le riprese al rallentatore non erano abusate ma di più, in Dredd 2012 s'è trovato il modo di dargli, forse non una svecchiata, ma comunque un senso. La mancanza di budget ha favorito l’ingegno, facendo tirare fuori scene d’azione ingegnose, creative, visivamente belle e con un senso di continuità con cui mostrare una violenza brutale e sanguinosa. Detto in due parole: che bello!

Dredd 2012 è un film con carattere. Fa esattamente quello che promette e fila dritto. Non si perde cercando in qualche assurdo modo di mettere tutti d’accordo, in una molle pappina digeribile da chiunque. Un film veloce, sintetico, essenziale, ben scritto, ben girato e pure ben recitato. Soprattutto, ha una sua personalità modellata secondo una visione personale, non limitata a una copia chiusa e ottusa di elementi nati su un mezzo diverso. Per farla più semplice ancora, è così che dovrebbero essere fatti i cinecomics. 


Bene, detto questo anche per oggi è tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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