Biancaneve - Mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'


Essenzialmente, quello del Titanic è stato un disastro che se qualcuno, a priori, si fosse preso la briga di prestare un minimo d'attenzione, avrebbe potuto benissimo essere evitato. Per dire, nelle 24 ore precedenti lo schianto, per tutto il giorno, continuarono ad arrivare via radio svariate segnalazioni di iceberg, ma nessuna arrivò mai in plancia di comando perché, assolutamente nessuno, gli diede importanza. Ecco, Biancaneve è praticamente la stessa cosa: i segnali di un potenziale disastro c'erano tutti, chiari e inequivocabili.

Peccato siano stati tutti bellamente ignorati. Sì, perché le "polemiche" - cioè i leciti dubbi sollevati di fronte a scelte discutibili, non solo all'ultima parte della "Biancaneve insufficientemente bianca" a cui Disney ha poi provato ad attaccarsi per giustificare in qualche modo la situazione - che hanno accompagnato Biancaneve fin dall'annuncio, erano segni evidenti, delle grosse bandiere rosse che forse sarebbe stato meglio non ignorare.  


In parole povere, Biancaneve è l'ennesimo esempio di tutto ciò che non funziona nell'attuale industria cinematografica: un film assurdamente inutile e creativamente sterile che (ri)racconta una storia che nessuno voleva e nessuno aveva chiesto satura di ogni insopportabile cliché concepito per "IL PUBBLICO MODERNO™". Un progetto nato unicamente dal tentativo di spremere soldi da una proprietà intellettuale, fatto da persone la cui massima fonte d'ispirazione è la prospettiva di un grosso assegno. 

Tuttavia, questa è solo la punta del proverbiale iceberg con cui il "transatlantico Biancaneve" era in rotta di collisione durante il suo viaggio verso la magica terra delle stronzate. Perché i problemi, quelli veri, cioè il resto dell'iceberg nascosto sotto la superficie dei trailer che ha mandato a picco 'sta bagnarola di film, sono altri. Primo dei quali, quello che accomuna il 99% di ogni remake e/o reboot: non puoi mai giudicarli senza fare paragoni con ciò da cui vanno a pescare nomi e idee, proprio perché è per via di quei nomi e quelli idee se di questo Biancaneve ne stiamo parlando adesso.

Cosa che rende ancor più evidente quanto siano una paraculata di livello extreme-pro tutte quelle storie riguardo il voler essere "originali", "audaci" e "innovativi", applicate, però, a un contesto come quello degli adattamenti/remake/reboot. Perché è come prendere la Gioconda, disegnargli sopra un paio di baffi e poi andare in giro a dire che quello è un quadro tuo "originale", "audace" e "innovativo". Queste parole non significano niente, figuriamoci adattare; si tratta semplicemente di alterazioni gratuite.

Mucchi di parole che servono solo a mascherare rivisitazioni forzate nate da un assurdo bisogno di "modernizzazione", farlocca e posticcia. Una facciata che, appunto, non innova realmente nulla in modo significativo o quantomeno concreto. Il punto è che pur facendo finta che questa Biancaneve sia il primo adattamento di una fiaba che più o meno tutti conoscono, semplicemente, non funziona. Non funziona da sola Biancaneve, quindi figuriamoci se lo paragoni al film originale.

Infatti, la versione originale del 1937 dura circa 83 minuti e ADATTA, smussandone gli angoli, una fiaba popolare piuttosto cruenta e per alcuni versi controversa, in una storia dai valori universalmente riconoscibili e perciò, fruibile da tutti. Indipendentemente dall'età. Vengono enfatizzate le parti della storia, in modo chiaro e semplice, in cui viene mostrato che nonostante le avversità, la gentilezza, la bontà, l'altruismo e la gratitudine vengono sempre ricompensate, mentre l'invidia e la malvagità portano alla rovina. 

Biancaneve non si lascia corrompere dall'odio della matrigna, non va in cerca di vendetta e così, al di là di tutto, riesce a trovare l'amore e la felicità. Al contrario, la Regina Cattiva muore a causa della sua vanità e invidia distruttiva. Il bene trionfa sempre sul male e alla fine vissero tutti felici e contenti. Fine. Purtroppo siamo nel 2025 e questo non è sufficiente, bisogna "modernizzare": serve "IL MESSAGGIO™" per "IL PUBBLICO MODERNO™". Proprio per questo, Biancaneve 2025 versione live action, invece, dura quasi due ore

Sai com'è, ci vuole tempo per mandare tutto in vacca sostituendo il fascino della fiaba originale con una narrativa goffa e pretestuosa che impone, forzatamente, presunti "messaggi sociali" senza alcuna coerenza né logica. In effetti è buffo vedere come, in appena cinque minuti, Biancaneve riesce ad andare in cortocircuito. In sostanza, il film parte più o meno come al solito aprendo su questo splendido Regno Magico Standard Preconfezionato n°2318 governato da re Re Buono e sua moglie, la regina Regina Buona

Nonostante la monarchia, tutti sono felici a Regno Magico Standard Preconfezionato n°2318 perché il re Re Buono e la regina Regina Buona, non sono come tutti gli altri monarchi. Loro sono, appunto, buoni perché non interessati tanto alla ricchezza - in un posto dove a quanto pare la gente sniffa polvere d'oro e caga diamanti - quanto, semmai, al benessere dei cittadini. Veri amici del popolo vicini alla gente comune, insomma. In parole povere, Regno Magico Standard Preconfezionato n°2318 è un'utopia socialista; o meglio, l'idea, piuttosto vaga e ipocrita, che un ricco potrebbe avere del socialismo.

Visto? Abbiamo risolto il problema dell'equa distribuzione delle ricchezze, si saranno detti alla Disney, dandosi gran pacche sulle spalle per questa fine reinterpretazione di una fiaba che i bambini, sicuramente, ameranno. Una cosa che non ricorda affatto, ma proprio per niente, altri prodotti-brand identity tipo The Morning Show di Apple, per dire: un dramma straordinario sull'importanza della dignità e del fare la cosa giusta, prodotto da un'azienda che gestisce fabbriche di sfruttamento in Cina. 

Ora, per la miliardesima volta, media diversi funzionano in base a regole e linguaggi diversi. Adattare significa riformulare la narrazione, i personaggi e il tono di una storia, in maniera tale che risultino efficaci allo stesso modo a fronte di queste diverse regole e linguaggi. In altre parole, non vuol dire usare il "Metodo Zack Snyder Copia-e-Incolla", cercando di portare una storia in scala 1:1 da un medium all'altro e poi sperare che le cose, in qualche modo, funzionino. Questo è impossibile. 

Tradotto ulteriormente, non vuol dire necessariamente aderire al 100% all'opera originale, semmai, il punto è trasmettere il significato, lo spirito e l’essenza di quella storia in un nuovo formato. Mentre i cambiamenti apportati, devono, DEVONO, essere sempre funzionali al senso della storia e al mezzo su cui si sta lavorando. Per capirci, se prendo Batman, gli metto una pistola in mano e lo sposto da Gotham a Pizzo Calabro, ho praticamente stravolto la storia: cambiando psicologia e contesto del personaggio, cambia il suo punto all'interno della narrazione e per estensione, cambia il senso stesso della storia.

Biancaneve è un film pessimo non solo a causa di una regia scadente, incapace di sottolineare in modo significativo ciò che accade, di una CGI misurabile su di una scala che va dall'orribile all'inquietante o di attori sottotono che al meglio latrano come cani disorientati. No, Biancaneve è un film che al massimo, proprio al massimo, si potrebbe definire insignificante. Ciò che veramente distrugge 'sto film è una sceneggiatura che definire ridicolmente pietosa è più o meno il massimo complimento spendibile.

Una poltiglia di ogni luogo comune e cliché immaginabile che impone, forzatamente, messaggi sociali e politici - indirizzati non si capisce a chi e perché - senza alcuna coerenza. Biancaneve, per esempio, non è più una giovane dal cuore puro che affronta le avversità con la bontà e la gentilezza che la contraddistinguono, ma una rivoluzionaria da salotto con idee politiche più confuse di un quindicenne che guida una rivolta al grido di mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'

Tuttavia, questo presunto messaggio di autodeterminazione si sgretola sotto il peso di una narrazione (continuamente) contraddittoria: il film enfatizza l’ingiustizia sociale, però al tempo stesso glorifica la monarchia e il suo sistema di potere, trasformando la protagonista in una figura incoerente che predica l’uguaglianza senza mai metterla in pratica. Emblematico in questo senso, l'esempio delle Sette Creature Magiche Assolutamente Non Affette da Nanismo: per quanto amica del popolo, Biancaneve è innanzitutto una principessa, poi, cosa più importante, una donna.

Pertanto, dopo essere stata accolta, sfamata, aiutata e protetta dalle Sette Creature Magiche Assolutamente Non Affette da Nanismo, come ringraziamento lei gli ordina, letteralmente, di pulire quel porcile di casa; perché, sai, no, mostrare una donna nel 2025 che spiccia casa - pure se a giusta ragione - è un fatto gravissimo. Comunque. Alla fine, questo è solo un esempio fra i tanti che si susseguono in continuazione durante il film. Ogni traccia della dolcezza e ingenuità che hanno reso Biancaneve un'icona è stata letteralmente spazzata via.

Si dice che un personaggio non può mai essere più intelligente del suo scrittore. Appunto: Biancaneve è stata trasformata in un recipiente di cazzate che ormai arrivano con la tempestività di un'ambulanza senza ruote. La "PROTAGONISTA FEMMINILE FORTE™", cioè lo stanchissimo cliché della girlboss ha fatto il suo tempo; ma a quanto pare, ai vertici Disney non dev'essere ancora arrivata la notizia che questa superficialissima idea di empowerment che riduce l'emancipazione femminile a una serie di ridicoli stereotipi, più o meno dal 2019 è diventato un meme.

Quindi, ecco che dalle caselle sa spuntare c'è pure il principe, sostituito da un tizio a caso chiamato Jonathan: il classico maschio allergico al testosterone la cui unica abilità è impilare figure di melma una sull'altra; tranne quando la sceneggiatura deve avanzare in qualche modo, naturalmente. A parte questo, però, il suo scopo principale è quello di suggerire "l'indipendenza femminile". Cioè, la definizione aziendale di indipedenza femminile: una visione limitante e anacronistica che esclude l'amore romantico e non riflette in alcun modo la realtà delle scelte individuali. 

Suppongo sia questo ciò che desidera ogni donna: vivere nella lordura se non c'è nessuno da comandare a bacchetta che fa le cose al posto tuo perché, di nuovo, spicciare casa è un gravissimo atto di sottomissione al patriarcato; e poi avere al proprio fianco, non un uomo capace. Una persona forte su cui fare affidamento e con cui instaurare un rapporto di reciproco supporto, ma un bambino mezzo scemo a cui devi soffiare sulla pappina che scotta. 

Alla fine della fiera, storia e personaggi sono stati deformati a tal punto da rendere impossibile parlare di adattamento. Biancaneve è solo l'ultimo di una lunga lista di film che prova a salire sul pulpito per fare la predica, un morale distorta e terrificante nata da persone la cui massima concezione di problemi sociali si limita al non trovare posto in un albergo a Dubai. L'ennesima goffa dimostrazione di esibizionismo morale che tenta di essere "per tutti" e finisce inevitabilmente con il non andare bene a nessuno.


Ebbene, detto questo anche per oggi è tutto.

Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.

Commenti

Le due righe più lette della giornata