CARTONI ANIMATI ANNI 90 INGIUSTAMENTE DIMENTICATI



Cartoni animati anni 90 ingiustamente, ingiustificatamente dimenticati. Come? Perché? Semplice: il fatto è che gli anni ottanta e novanta sono stati il periodo aureo dell’home entertainment. Soprattutto, sono stati gli anni dei cartoni animati come se piovesse. 

Da 'sto punto di vista, bisogna ammettere è stato un gran periodo per essere bambini. Perciò, ovvio che in tantissimi ricordino molti di quei cartoni animati con cui sono cresciuti. Specialmente serie come Batman: The Animated Series, DuckTales, Rugrats, Gargoyles e compagnia cantante.

Cartoni animati anni 90 che probabilmente non ricordi di aver visto


Don’t you, forget about me cantavano i Simple Minds nel 1985. Eh, 'na parola. Il problema è che dalla kermesse dei palinsesti ipersaturati dell’epoca, tanti programmi, in questo caso cartoni animati anni 90, per qualità, varietà e notorietà, sono sopravvissuti nel corso degli anni arrivando fino ai giorni nostri.

Tuttavia, non tutti, per una cosa o per l’altra, hanno avuto la possibilità di imporsi nella cultura pop. Tipo, metti che per ogni Batman, Spider-Man o X-Men, c’erano almeno tre serie animate che a stento arrivavano ai dieci episodi; anche se questo non significa che si trattasse di mondezza completa, eh.

La domanda era alta, l’offerta pazzescamente ancora di più e oggi la maggior parte delle persone ha semplicemente dimenticato l’esistenza di quei cartoni che non riuscirono a ritagliarsi il proprio spazio nella bacheca dei ricordi.

C.O.P.S. – Squadra Anticrimine (C.O.P.S.)



C.O.P.S. Squadra Anticrimine non è proprio proprio 'na serie anni novanta, visto che la messa in onda originale risale al 1988; ma da noi è arrivato nel 1992. Quindi diventa uno dei cartoni animati anni 90 ingiustamente dimenticati.

Il fatto che C.O.P.S. sia una serie anni ottanta è… sì, insomma, inequivocabile: animazione legnosa, personaggi ipertrofici e azione talmente esagerata, da essere poco plausibile pure per un cartone animato. Lo schema era semplice, ripetuto uguale uguale ogni episodio.

I cattivi, in grado di organizzare un solo piano malvagio alla volta, facevano le loro cose da cattivi e poi arrivavano i C.O.P.S. Facile, semplice e veloce. Proprio come i tempi in cui era trasmessa. Infatti, la serie è durata una sola stagione, ma di ben sessantacinque episodi

Mostri o non mostri… tutti a scuola (Gravedale High)



Sorvolando sull’agghiacciante titolo Mostri o non mostri… tutti a scuola, pure qua si parla di una sola stagione. Solo che, a differenza di C.O.P.S., ‘sta serie prodotta da Hanna-Barbera per Nbc Productions è durata solo tredici episodi prima di chiudere definitivamente i battenti.

La stragrande maggioranza dei cartoni erano prodotti fatti prevalentemente per vendere pupazzetti, Gravedale High manco questo. Era stata tirata su con l’unico scopo di sfruttare il nome di Rick Moranis, che all’epoca era all’apice del successo.

Infatti, Moranis dà la voce al protagonista basato sui personaggi che ha interpretato in Ghostbusters e Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi: Il professor Maxwell Schneider. Un insegnante che inconsapevolmente accetta un lavoro in una scuola frequentata esclusivamente da mostri. 

L’idea in sé non era malvagia, c’era del potenziale. Però, riguardando un paio di episodi capisci perché venne cancellata così presto. Non è che fosse chissà quale schifezza, ma non aveva nulla di particolarmente rilevante o degno di nota. Il solo nome di Moranis non sarebbe mai bastato a reggere un’intera baracca di stereotipi. Peccato.

James Bond Junior (James Bond Jr.)



Una cosa divertente, sia dei cartoni animati anni 90 che non, erano le parentele. A un certo punto ti trovavi con i figli, nipoti e cugini di questo e quello, che arrivavano a tutta forza. Un esempio calzante di 'sta cosa è proprio James Bond Junior (James Bond Jr.).

Nonostante vincoli di consanguineità leggermente confusi e totalmente fuori canone, James Bond Junior è veramente il nipote di James Bond. Aiutato da tutta una cricca di parenti vari ed eventuali personaggi di film come Ike, nipote di Q, e Gordon Leiter, figlio di Felix Leiter.

Come lo zio, pure lui salvava regolarmente il mondo con un gadget costoso alla volta. Nel panorama dei cartoni animati anni novanta, James Bond Junior era una bella serie action adventure. Chiaro fosse indirizzata a un pubblico infantile, perciò non moriva mai nessuno.

Inoltre, il protagonista non s’accoppiava random con qualunque cosa mostrasse un minimo segno di vita. A parte questo, ricordava molto da vicino la serie cinematografica. I titolari dei diritti di James Bond diedero il loro pieno appoggio alla serie, che andò avanti per ben sessantacinque episodi.

Cadillac e dinosauri (Cadillacs and Dinosaurs)



Per sciropparsi tutto Cadillac e Dinosauri non è che ci voglia poi molto, in effetti. Appena tredici episodi di scarsi venti minuti l’uno. Oggi come oggi te li bevi come se niente fosse, ed è un peccato che la serie sia finita così presto. 

Era divertente, esagerata, intelligente e anche intrigante sotto certi aspetti. Basato sulla serie a fumetti Xenozoic Tales di Mark Schultz, Cadillac e Dinosauri era un prodotto molto al di sopra della media dei cartoni animati anni novanta. 

Un ritorno alle storie d’avventura pulp dalla piega retrofuturista. Senza contare che vantava due degli aspetti più interessanti per chiunque guardasse cartoni animati: cadillac e dinosauri. La serie, inoltre, affrontava in modo sorprendentemente intelligente temi ecologici e questioni politiche.

Bots Master (The Bots Master)



Come detto, la maggior parte delle serie animate nascevano per spacciare plasticaccia. Se mai ci fosse bisogno di una conferma, Bots Master (The Bots Master) è uno degli esempi più eclatanti.

Aperta e chiusa parentesi: quasi 'na decina d’anni prima di questo, andava in onda il telefilm Capitan Power e i combattenti del futuro. Capitan Power aveva due caratteristiche: CGI e interattività. Due parole che, inevitabilmente, facevano rima con spendere. 

Nel programma c’erano delle sequenze con degli impulsi luminosi a cui i giocattoli, puntati sullo schermo, reagivano. Bello, no? Peccato che Mattel, finanziatore dello show da circa un milione di dollaroni a episodio, non riusciva nemmeno lontanamente ad andare in pari con le vendite.

Pensavano di aver trovato il santo Graal dei pupazzetti e invece... staccarono la spina a Capitan Power. Così, di botto. Passano gli anni e gli americani-franco-canadesi ci riprovano con Bots Master, e la storia si ripete. Alé.

Arrivati al climax di ogni episodio, uno dei personaggi gridava sempre “laser time” o una qualche cazzata del genere. Questo era il segnale: mettevi il tuo bel paio di occhialini, che ovviamente potevi avere solo acquistando i giocattoli, e ti sciroppavi quella manciata di secondi in pulcioso 3-D.

Anche se infinitamente meno costoso di Capitan Power, pure la linea di giocattoli relativa a Bots Master non andò bene. Fondamentalmente, questo è il motivo per cui la serie non durò a lungo. 

Si parla di 'na quarantina d'episodi circa e visto che l’ultimo, manco tirava le somme della serie ma si concludeva con un cliffhanger, era piuttosto chiaro il fatto che l’intenzione non fosse finirla lì.

La fabbrica dei mostri (Creepy Crawlers)



Così com’era palese dove la Saban Entertainment volesse andare a parare con La fabbrica dei mostri. L’originale Thingmaker, conosciuto pure come Creepy Crawlers e da noi poi diventato La fabbrica dei mostri, non è roba di ieri e manco di ieri l’altro.

In realtà, si tratta di un giocattolo prodotto da Mattel verso i primi anni sessanta. Metti l’epoca, metti i materiali e non è difficile capire che 'sto Thingmaker non fosse tutto ‘sto granché. Infatti, dopo pochissimo andò fuori produzione per circa una vita e mezza. 

Dopodiché, all’inizio degli anni novanta, una società chiamata ToyMax rilevò il marchio da Mattel e mise in commercio la versione aggiornata del giocattolo. Ora, il panorama dei cartoni animati anni 90 era quel che era. 

Guardandosi intorno, visto lo spropositato successo delle Tartarughe Ninja, non ci voleva molto a fare due più due. Era semplice: gran parte dei cartoni animati anni novanta era basato su esseri antropomorfi. Una serie su un affare che creava mostri, concettualmente, poteva funzionare.

Tenendo sempre presente la media dei cartoni animati anni 90, La fabbrica dei mostri non era manco male. Tuttavia, la natura palesemente money grabber dello show ne ha decretato la fine dopo poco più di venti episodi.

ReBoot (ReBoot)



Per quanto riguarda ReBoot c'era qualche dubbio sul ficcarlo o no in 'sta carrellata di cartoni animati anni 90 (ingiustamente dimenticati, ricordiamocelo). Ché, tecnicamente, non è un vero e proprio cartone: si tratta di uno dei primissimi show completamente in CGI mai realizzati.

Alla fine, però... sì, dai: giusto ché ogni volta che uno ne parla, pare di venire da Marte e nessuno sa di che diavolo stai parlando. Comunque. In linea di massima, come VR Troopers, Superhuman Samurai e via dicendo, ReBoot non faceva altro che cavalcare l’onda della fanta-tecno-computerologia dell'epoca.

La storia riguardava sempre gli eroi che entravano nei computer, i cui componenti somigliavano a delle megalopoli gigantesche, per difenderli dai virus malvagi. Sfortunatamente non sono mai riuscito a vederlo per intero.

La serie è del 1994, ma da noi è stata mandata verso il 1999/2000 su Solletico e, all’epoca, ero già grandicello. Però la ricordo buona, migliore di roba sulla stessa fascia e molto più pubblicizzata come i Transformers – Beast Wars. Cioè, i Biocombat da noi.

Pazze risate per mostri e vampiri (Dr. Zitbag’s Transylvania Pet Shop)



Pazze risate per mostri e vampiri: altro agghiacciante titolo tutto italiano per Dr. Zitbag’s Transylvania Pet Shop, altrimenti conosciuto come Dr. Globule in altri Paesi. Si tratta del classico cartone indirizzato a un target decisamente infantile.

L’orrore si riduce a una semplice sfumatura, tanto per rafforzare l’elemento slapstick. Rispetto ad altri cartoni animati, come i Duck Tales o il Conte Dacula per dire, mancava degli elementi che avrebbero potuto farlo apprezzare anche a un pubblico più adulto.

Pazze risate per mostri e vampiri è andato avanti quattro stagioni per un totale di ben sessantacinque episodi. Nell’ambito dei cartoni animati anni novanta, un numero di tutto rispetto. Perciò mi pare strano che ogni volta venga fuori l’argomento quasi tutti, nel migliore dei casi, lo confondano con Pelleossa.

Street Fighter II Victory (Street Fighter II V)



Per quanto riguarda Street Fighter II V(ictory) adesso è quantomai doverosa 'na mezza premessa e pure relativa considerazione. In pratica, Street Fighter non ha mai avuto uno straccio di storytelling decente alla base. Mai. 

Di volta in volta, il massimo dello sbattimento era aggiungere giusto 'na manciata di personaggi nuovi, così, alla porcaputtana. Chiaro, no, quali siano state le direttissime conseguenze di tutto ciò?

Chiunque si sia lanciato nella produzione di tutto ciò che di collaterale è nato dal successo di Street Fighter II ha sempre dovuto arrangiarsi. Arrabattando cose, fatti e storie alla meno peggio, per giustificare le mazzate tra i personaggi. Ovvio che tante cose non funzionassero.

Dopo Street Fighter II – The Animated Movie, cioè il primo, reale e significativo sforzo fatto per dare un senso a 'na storia di schiaffi energetici, Capcom decise di fare qualcosa in questo senso. Così, un anno dopo l’uscita del film d’animazione, nel 1995 rilasciarono Street Fighter Zero

Per noi gaijin, Street Fighter Alpha: Warriors’ Dream. Una sorta di prequel ambientato sette anni prima di Street Fighter II. Contemporaneamente, allo studio d’animazione Group TAC e al regista Gisaburō Sugii - le stesse persone che avevano realizzato il film d’animazione del 1994 - viene commissionata una nuova serie animata.

Street Fighter II V(ictory), appunto; ma siamo sempre nel 1995 e la strada per la coerenza era ancora in salita. Le differenze fra serie animata e serie videoludica erano ancora tante e ‘sti poveracci, al massimo si saranno affidati a giusto ‘na manciata di linee guida fornite da Capcom. 

Tuttavia, coi suoi ventinove episodi, insieme a Street Fighter – The Animated Movie, Street Fighter II V(ictory) rimane ancora oggi il miglior adattamento nato dai videogame. Nonché uno dei migliori cartoni animati 90 in generale.


Ebbene, direi che con questo è tutto.


Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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