Mutant Chronicles - Le cronache della caciara



Mutant Chronicles certo non è la cosa più popolare di tutti i tempi, roba che pure i sassi di Marte dovrebbero conoscere, questo no. Tuttavia, ai suoi tempi, parliamo dei primissimi anni novanta, fu un giochillo abbastanza noto. 

Tanto per capirci, Mutant Chronicles è stato sviluppato dalla Target Games, una casa editrice svedese specializzata in giochi di ruolo presente sul mercato dall'inizio degli anni '80. Il gioco è stato rilasciato nel 1993 e nel frattempo, fino al fallimento della società nel '99, ha generato un intero franchise.

Mutant Chronicles - Un film, un perché


Da Mutant Chronicles, gioco di ruolo carta-e-penna, hanno fatto in tempo a uscire wargame con miniature, videogiochi, romanzi, fumetti e pure giochi di carte collezionabili. Circa 'na quindicina d'anni dopo, nel 2008, Mutant Chronicles è diventato un film. Il risultato? Eh... Se fare schifo conta come risultato, allora sì, l'obiettivo è stato centrato in pieno. 

Uno non dovrebbe ripetere sempre le stesse cose, però, se tanto mi dà tanto, media diversi significa linguaggi diversi. Quello che in forma scritta funziona, non è detto che funzioni in forma visiva. Semplicemente perché le parole hanno una tempistica, le immagini tutt’altra. 

Il punto sta nel fatto che nel momento in cui, una storia, quella che vuoi, dispone di una specie di proprietà transitiva intrinseca che la rende funzionale in ambo i sensi (scritto e visivo), perché in una trasposizione prendere distanze tanto siderali dal concept d’origine? In altre parole, perché andarsene per frasche?


Ecco, Mutant Chronicles film parte subito a bomba con 'sto spiegone molestissimo. Già di suo 'na cosa piuttosto brutta, ancor di più, se completamente accessoria e assolutamente non necessaria ai fini della storia e nella sua economia.

Quindi, viene spiegato che più o meno verso l’età della pietra dallo spazio giunse sulla Terra un terribile male. Un aggeggio chiamato Necromacchina. Lo scopo di questo oscuro e malvagio affare è distruggere l’umanità. Bene.

Il potere della Necromacchina sta nel trasformare i morti - ma gli bastano pure solo gli agonizzanti - in 'sta specie di zombie, chiamati, molto elegantemente, mutanti. Questo, finché un tizio preistorico riunì tutte le tribù e riuscì a sconfiggere la Necromacchina, sigillandola nelle profondità della Terra. Benissimo.


In soli dieci minuti di film è interessante notare due cose, in particolare, di questo Mutant Chronicles. Cioè, in primis, la totale nonché completa perdita di tempo per spiegare un antefatto totalmente trascurabile che non ha alcun peso nello sviluppo della trama.

In secondo luogo, l’aver bellamente sorvolato su qualsivoglia motivazione. I famosi dove, come, quando e perché, no? Dettagli. La Necromacchina: cos’è? Da dove viene, com’è arrivata dallo spazio? Come funziona e perché vuole conquistare il mondo? Tutta roba di cui puoi fare a meno, insomma.

Tanto, le cose ce le inventiamo a convenienza nel frattempo. La Necromacchina è, appunto, una macchina. Nel senso, non è un essere senziente: è arrivata così, di botto, ora sta qua e fa quello che fa, punto. Tanto ti basta.

Quindi, a pensarci bene, ci metti veramente poco a renderti conto che la storia delle tribù preistoriche (e tutto il resto appresso del film, in fondo) è un po’ come riunire tutti i condomini dello stabile per guidarli in battaglia contro il frigorifero.


Attenzione, eh, ché lo spiega-spiega mica è finito. Mutant Chronicles continua a spiegare che all’incirca verso la seconda metà del XXVIII° secolo il mondo è al collasso. L’ordine mondiale vede un nuovo assetto, con quattro mega-corporazioni che si spartiscono il globo.

Le mega-corporazioni, Capitol, Mishima, Bauhaus e Imperial, per accaparrarsi il maggior numero di risorse possibili hanno mandato all’aceto il pianeta. Naturalmente arrivando alla guerra. Tra parentesi: gli unici a custodire il ricordo della Necromacchina sono gli appartenenti a L’Ordine. Una specie di setta guerriera a metà fra i monaci Shaolin e i francescani medievali.

Staccato finalmente il pippone, Mutant Chronicles comincia a mostrare un po’ di vita, ficcandoci nel mezzo di una battaglia di trincea in pieno stile Prima guerra mondiale. Volendo, la trincea è un evergreen e va be'; però le divise, gli elmetti... i fucili con la baionetta?!


Oh, per fortuna che Mutant Chronicles film è ambientato nel 2700, eh. Sennò c’era pure la fanteria a cavallo a menare sciabolate nel frattempo ricaricavano gli archibugi nelle retrovie. Comunque. Sul campo, a massacrarsi, ci sono da un lato i Capitol e dall’altro i Bauhaus

Quello che nessuno di loro sa, però, è che stanno a pigliarsi a schioppettate l'uno con l'altro proprio nel punto in cui il tizio preistorico sigillò la macchina crea-mutanti.

Tra un colpo di mortaio qui e una granata là, il sigillo viene rotto. La Necromacchina torna in funzione e subito sbucano da sottoterra migliaia di mostrilli tutti uguali che iniziano ad attaccare i due eserciti umani, costringendoli a ritirarsi.


A 'sto punto la notizia del risveglio della macchina giunge al monastero dell’Ordine, a Samuel (Ron Perlman), il priore o l’abate o… vattelapesca cosa. Il capo della baracca, in sostanza. Il quale capisce al volo che l’umanità è in pericolo, così va a ripescare il Libro delle Cronache.

Quindi, armato con 'sta specie di guida for dummies in caso di apocalisse, Samuel s'incontra con i capi delle corporazioni chiedendo aiuto per contrastare l’avanzata dell’oscurità. La cosa buffa è che ha fatto piuttosto in fretta a riunire i capi di fazioni che si schifano a morte e sono in guerra da decenni. 

In ogni caso, gli uomini di potere hanno già tirato le somme: la Terra è spacciata, speranza non c’è, prendiamo le navicelle e schiaffiamoci sopra quanta più gente possibile. Poi via, verso le colonie extra-mondo. Per il resto, vale il sempreverde chi s’è visto s’è visto.


A Samuel però la cosa non sta bene. Perciò si lancia in una delirante arringa che mischia alla buona vari concetti religiosi (di base cattolico-cristiani) con cui convince il capo della, forse, Capitol. Il quale gli concede una navicella e dei pass per le colonie di salvataggio.

Perciò, con 'sta roba, Samuel è in grado di far leva sugli importantissimi tizi pescati a casaccio di cui ha bisogno di reclutare per la missione suicida. Ovvero raggiungere le profondità della Terra e distruggere la Necromacchina.

Ovviamente, inutile perderci più tempo del necessario visto che, alla fine, gli unici personaggi importanti e appena vagamente caratterizzati sono tre: Mitch Hunter (Thomas Jane) dei Capitol. Talmente stereotipato che gli mancava solo un cartello addosso con su scritto: “guardatemi, sono il protagonista”


Segue poi a ruota Max Von Steiner (Benno Fürmann) dei Bauhaus e dulcis in fundo, Valerie Duval (Devon Aoki) altra Bauhaus. A parte loro e il personaggio di Ron Perlman, gli altri fanno semplice numero giusto per allungare un po' il brodo. 

Cioè, tanto per dare un’idea dell'assoluta superficialità del tutto, ok? Una volta riunito il commando per la missione, pigliano 'sta navicella e si dirigono nel punto in cui dovrebbe esserci la via d’accesso per raggiungere la Necromacchina.


Uno del gruppo, un Imperial a essere precisi, stando alla regola che il tizio di colore è sempre quello che muore per primo, uhm… niente. La conferma morendo per primo; e manco in battaglia viene tolto di mezzo. 

Praticamente, mentre stanno arrivando a destinazione, succede che hanno un incidente aereo e il tipo, l'Imperial, pem! Muore così, nell'inutilità più assoluta, trafitto da una scheggia di metallo. Cioè, non ha una caratterizzazione, uno sviluppo, un arco narrativo.

Non arriva manco a tre linee di dialogo, figuriamoci. Perciò, normale poi che uno si chiede, sì, ma il senso d'inserire un personaggio del genere, almeno su carta, quale dovrebbe essere? Va be', a parte tutto, alla fine com’è 'sto Mutant Chronicles?


Allora, come detto, Mutant Chronicles in origine è un gioco di ruolo da tavolo uscito nei primi anni novanta. Certo, non è minimamente il caso di fare un paragone diretto tra questo e il film. Tuttavia, in virtù del fatto che adattare, spesso, diventa un concetto astratto e molto lasco, un paio di cose bisogna specificarle per forza.

Quindi, la storia alla base di Mutant Chronicles gioco (come sempre in questi casi) è ricca, dettagliata e molto curata. Nel film, alcuni degli assiomi fondamentali del soggetto, come per esempio il nuovo assetto mondiale in cui a comandare sono le mega-corporazioni, ci sono.

Quindi, la domanda sorge spontanea: perché questo sì e il resto no?


La differenza sostanziale tra Mutant Chronicles gioco e Mutant Chronicles film, sta nei particolari. Particolari in grado di reggere e rendere plausibile la storia. Nel primo, la Terra è al collasso, tuttavia l’umanità da tempo ha colonizzato gli altri pianeti. Del resto spartiti anch’essi fra le corporazioni.

Tipo Venere è la sede dei Bauhaus, Marte dei Capitol, Nettuno dei Mishima e così via, ok? Seguendo il concetto della corsa all’arricchimento, gli Imperiali si spinsero oltre Plutone, scoprendo un nuovo pianeta, chiamato Nero

Una volta qui, senza volerlo, liberarono L’Oscura Legione, una razza di demoni antichi quanto l’universo, capeggiati da quattro Signori Oscuri. Ecco, già da questo s'inizia, sì, a capire qual è la grande differenza che divide film e gioco?

Non è questione di soldi; manco di difficoltà narrativa, s'è per questo. Ché non ci vuole la scienza per arrivare a capire che questa, non solo è una base che s'apre a raggiera su 'na serie di possibili sviluppi pressoché infiniti. 


Ma, ed è questo il punto, arrivare a capire il semplice fatto che un nemico senziente è preferibile a un oggetto inanimato che dà vita a zombie rincoglioniti. Nondimeno, fingiamo per un attimo che tutto questo non conti, d'accordo? Eh, e come la mettiamo con il resto? 

Diciamo che da un film chiamato Mutant Chronicles, uno certo non s'aspetta un livello di profondità alla Quarto Potere, per dire. Però un minimo di coerenza, quella sì. Tipo, il film ci tiene a spiegare tutta quella manfrina prima della battaglia fra Capitol e Bauhaus.

Battaglia che a sua volta, ha riattivato la Necromacchina, dopodiché, da lì al caos mondiale ci so' volute appena appena sei settimane. Va bene, chiaro il voler spingere il ritmo dando un senso di grave urgenza alla storia, d'accordo. Però, non così.


Ecco che torniamo al punto di prima: la plausibilità. La Necromacchina si riattiva durante una battaglia tra due eserciti, giusto? I mutanti creati, i quali non sono altro che tizi con una specie di artiglio osseo al posto della mano destra, escono e fanno tutti a pezzi. Eh, ma come? 

Come lo fanno, come ci riescono? Com’è possibile? D’accordo l’effetto sorpresa, ci può stare. Ciononostante, stiamo parlando di due eserciti, schierati con armi pesanti e mezzi da battaglia in campo.

Tecnicamente è un po’ come vedere una flotta di barchette a remi che affondano una portaerei lanciandogli contro il pescato del giorno. Questo, poi, senza neanche prendere in considerazione quanto non si regga in piedi pure tutto il resto. 


Un mondo futuristico pesantemente militarizzato e sempre in all’erta perché in guerra, per giunta, conquistato in sei settimane da esseri simili.

In Mutant Chronicles gioco, L’Oscura Legione è una razza senziente. Sono una civiltà avanzata con linee gerarchiche ben precise. Con un esercito. Organizzato, pesantemente armato e in costante aumento. Perché costituito in gran parte da morti rianimati che di battaglia in battaglia si uniscono ingrossando le truppe.

Sarebbe bastato veramente poco, non tanto a salvare Mutant Chronicles film, ma a renderlo almeno decente. Capiamoci: là fuori è pieno di “bei brutti film” che vale la pena guardare. Ma non questo, perché si prende drammaticamente troppo sul serio, risultando solo noioso.


A parte pochi e piccoli set tirati su con la cartapesta in studio, la quasi totalità delle sequenze è girata in green screen con l’aggiunta di effetti posticci e sotto la media anche per gli standard dell'epoca in fase di montaggio; e purtroppo non c’è una sola sequenza in cui questa cosa non si noti subito.

Quindi, diventa abbastanza difficile capire in cosa siano andati a finire i venticinque milioni spesi per realizzare Mutant Chrinicles film. James Cameron, così, per dire, con appena diciotto milioni nel 1986 c'ha tirato fuori Aliens. 

Volendo pure tener conto dell'inflazione, quei soldi lì spesi da Cameron corrispondono a circa 'na trentina di milioni del 2008. Praticamente stiamo lì lì, insomma. Questo per dire che non conta (fino a un certo punto) quanti soldi hai a disposizione. 

Piuttosto, conta come li gestisci e le linee guida che decidi di seguire. Alla fine, l’unica cosa che salva Mutant Chronicles film è il cast. Sul serio, se ci fossero stati attori solo un tantino più scadenti, non si distingueva dal filmino di matrimonio girato da zio Franco in modalità Visconti avvinazzato.


Bene, detto questo credo che sia tutto.


Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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