Spawn film 1997 - L'inferno dei supereroi


Rendiamoci n'attimo conto: Spawn - da qui in poi, fai Spawn film così non ci confondiamo - adattamento dell'omonimo fumetto di Todd McFarlane è uscito nel lontano 1997. Cioè, stiamo parlando di ben venticinque, tondi tondi, anni fa.

Se uno si ferma a pesarci, ‘sta cosa è assurda. Soprattutto, se nell’economia della situazione pensi a come siano cambiate le cose in questi quasi tre decenni. Nel senso, oggi come oggi i film di supereroi so’ diventati piuttosto comuni, no? Anzi.

Forse, fino a 'na decina d'anni fa, ancora ancora, li si poteva pure indicare come "film di supereroi" a titolo generico; ma oggi, semplicemente no. Ché 'sta roba è arrivata a trascendere: c'è stata una codifica. C'è un linguaggio e un'estetica specifica. Questi oggi sono cinecomics, un genere vero e proprio.

Spawn film così così


Sempre oggi, però, genere o non genere, siamo arrivati al punto che ‘sti film te li tirano appresso pochi cent la tonnellata e, essenzialmente, difficile non avercene le pal… fin sopra i capelli. Prima, non era così. No, sul serio: ai tempi di Spawn film, non era per niente così.

Tutto 'sto splendido giro di parole, giusto per sottolineare il semplice fatto che oggi siamo talmente saturi, impregnati di film e prodotti in genere sui supereroi, le grandi major hanno spinto così tanto 'sta roba che ormai i super ci escono dalle fottute pareti. 

Ecco, metti che la direttissima conseguenza di tutto ciò, sta nell'aver trasformato il tutto in un grandissimo e-chi-se-ne-sbatte. "Hey, sta per uscire il nuovo film dell'Uomo Ragno/Thor/I Vendicatori/Hulk/Whatev!", "Ah, sì? Chi se ne sbatte!"

Questo è il punto: all’epoca, anche il solo e semplice fatto che un'importante casa cinematografica, tipo la New Line Cinema, se ne uscisse col fatto che stavano a cacciare la pecunia per fare il film di Spawn, oh, quella bastava a farti battere i pugni in petto.


Perché Spawn è stato uno dei più grandi e clamorosi successi dei primi anni novanta. Solo l’idea di vederlo "vero", in un film, era assurda. Spawn era cupo, violento e per i canoni del periodo, pure abbastanza volgare. C’erano omicidi, freaks assetati di sangue, patti col diavolo.

In altre parole, c’aveva tutto ciò che un adolescente dell’epoca pre-internet potesse desiderare. Unico problema, il risultato non fu il grande blockbuster hollywoodiano che tutti speravano. In realtà, somigliava più a qualcosa fatto proprio apposta per far ridere i polli.

Spawn film, appunto, inizia subito col piede sbagliato entrando di giustezza sullo spettatore inerme con 'sta combo letale spiegone-spoiler. Cioè, scorrono i titoli di testa e una voce fuori campo ci fa un bel riassunto sulla trama generale.

L’inferno, il paradiso, la lotta per accaparrarsi quante più anime possibili in vista della battaglia finale e via dicendo. Praticamente il leitmotiv del film spiegato bene bene per filo e per segno, insomma. Tutto, mentre scorre ‘sta bella carrellata d’immagini giovani e dinamiche.


Immagini iper-sature che si sovrappongono a raffica, con quell’effetto shake-blur di tendenza che all'epoca andavano un casino, ma che fanno tanto epilessia. Sia ieri che oggi. In teoria, questo dovrebbe essere un modo originale di presentare i personaggi introdotti poi nel prosieguo della storia. 

In pratica, si tratta soltanto di non avere ben chiara la differenza che passa tra il suscitare suspense, intrigare lo spettatore catturando la sua attenzione tramite l’anticipazione di personaggi e/o elementi della storia, dalla semplice “spiegazione for dummies”.

Breve stacco e vediamo il protagonista, Al Simmons (Michael Jai White), super-agente super-segreto che per mestiere fa strage di “cattivi”. Ovviamente, con cattivi s’intende i soliti tizi random dall’aspetto vagamente mediorientale che non amano la patria, Gesù e la mamma.

Dopodiché, viene introdotto il cattivo a marchio registrato: Jason Wynn (Martin Sheen), capo di una “organizzazione governativa top-secret” che sta a complottare con un losco figuro che lo incita a mantenere le promesse fatte. Ovvero:

A) Fornirgli l’arma batteriologica di distruzione di massa super-finale per distruggere il mondo.

B) Assassinare Al Simmons, il suo migliore agente, così da poterlo reclutare fra le schiere infernali.


Ora è piuttosto chiaro, no, quale sia il problema qui? In cinque minuti netti, cioè manco finiti i titoli di testa che Spawn film m'ha già sbolognato l'intera trama; e no, non si tratta d'esigenze di ritmo, ché quella è n'altra cosa.

Qua, il fatto è che se poteva esserci, anche solo il minimo rischio, di un vago colpo di scena il pericolo è stato scongiurato. Ah, giusto per, il tocco di classe: il Clown (John Leguizamo), in questa sequenza perché lo metti in penombra? Tanto s’è visto bello in primo piano quaranta secondi prima. 

Comunque. Vengono introdotti altri due comprimari: Wanda Simmons, moglie di Al - e vattelapesca perché allo specchietto c’abbia appeso il Clown - e Terry Fitzgerald. Collega nonché “migliore amico” di Al; tanto migliore amico che Al manco ha finito di schiattare che subito si sposa Wanda.

Terry era passato a prendere il collega e "amico" per andare all’agenzia “governativa segreta” perché… perché boh! In pratica, Al esce di casa tutto bello, contento e pimpante. Poi, in macchina, Terry dice ad Al che la sua ultima missione ha causato la morte collaterale di ventisei civili innocenti.


Sì, ok, arrivano all’agenzia “governativa segreta” e Al va da Wynn a presentare le sue dimissioni. Con tanto di cartelletta bella e pronta. Così, de botto. Cioè, 'spetta n’attimo, eh: per mestiere, ammazzi cristiani a destra e sinistra, ok?

Nell'ultima missione, hai fatto 'na strage e mezz’ora, prima manco sapevi di aver fatto saltare in aria ventisei tizi random e stavi tutto bello, arzillo e gagliardo. Com’è che all’improvviso sei stanco di tutto quel lavoro sporco? Scrupoli a convenienza per mandare avanti in qualche modo la trama? 

Tra parentesi, uno capisce pure che Wynn sia il cattivo e in Spawn film spingano nel rappresentarlo come tale ai limiti. Con robe assurde tipo il posacenere messo nella boccia con gli scorpioni. Però… dai, chi in ufficio non c’ha appesi quadri con stampe di esplosioni atomiche, eh?

Com’è come non è, Wynn “prende nota” del forfait di Al e gli dice che una volta completata, ovviamente, un’ultima missione, l’eliminazione di un impianto chimico che produce armi batteriologiche in Corea del Nord, potrà andarsene. 


Naturalmente Al accetta e ancor più ovviamente, come tutti quanti già sapevamo, la cosa si rivela una trappola. Oh, per fortuna all’inizio il film l'aveva già spiegata 'sta cosa. Altrimenti, chi l’avrebbe retto 'sto colpone di scena dove ammazzano il protagonista sul set di Austin Powers.

Dopo l’esplosione, Al si risveglia sfigurato e dolorante in un vicolo. Privo di ricordi (più o meno) inizia a vagare fra i barboni cercando di tornarsene a casa. In realtà, scopre che dall’esplosione a quel momento, sono passati ben cinque anni.

Così, dopo aver preso coscienza che la moglie già s’era felicemente accasata con "Terry l’amico" e lui era già bello che dimenticato, grazie al Clown, Al finalmente capisce la situazione, ricordando il patto fatto all’inferno con Malebolgia.

Ovvero che sarebbe diventato il condottiero degli inferi nella battaglia finale se Malebolgia lo avesse rispedito sulla Terra, per vedere sua moglie Wanda. Quindi, dopo appena appena quaranta minuti di totale infodumping, finalmente si vede quello che tutti stavano aspettando: Spawn. 


Ora, tanto per usare un’eufemistica perifrasi, Spawn film è un po’ come mandare i tuoi figli al parco a giocar a guardie e ladri, però dandogli in mano armi vere. In altre parole, ci sono i mezzi, le possibilità e le fattibilità ma tutto viene mandato all’aceto.

Presumibilmente, il problema maggiore è dato dal fatto di aver affidato il progetto a Mark A.Z. Dippé. Un tipo che fino al momento di girare Spawn film, poteva vantarsi di aver fatto, uhm... praticamente niente. Certo, poi con il tempo ne ha fatta di strada, eh.

Infatti, dopo Spawn, Dippé ha girato grandi filmoni come Garfield – A zampa libera, Garfield e il laghetto magicoGarfield - Il supergatto e basta. Al di là di tutto, il fatto è che Dippé non era un regista, tantomeno uno sceneggiatore; ma un semplice vfx artist. 

Neanche: all'epoca, impiegato alla Industrial Light & Magic, Dippé ha scritto la maggior parte del codice per l'acqua di mare fotorealistica in The Abyss, nonché, gran parte delle animazioni del T-1000 in Terminator 2: Judgment Day.


Tutta 'sta pappardella, giusto per sottolineare meglio due cose: innanzitutto, le abilità di cui ognuno di noi dispone, non godono di proprietà transitiva. Il fatto che uno sia bravo nelle sue mansioni specifiche, non vuol necessariamente dire che poi sappia vestire altri ruoli. 

In altre parole, per capirci, il fatto che io abbia studiato musica e sappia leggere uno spartito non mi rende automaticamente Beethoven, ok? In secondo luogo, il curriculum di Dippé rende ancor più difficile capire l’incredibile quantità di alti e bassi che si susseguono in Spawn film.

Ok, sorvoliamo sulla sceneggiatura, ché quella l'ha scritta Alan B. McElroy - lo stesso tipo che 'na decina dopo, nel 2009, ha scritto l'agghiacciante film di Tekken, quindi figuriamoci - ma prima di essere un regista, Dippé era arrivato a essere supervisore degli effetti visivi.

Quindi, uno vuole pure sorvolare su certe cose. Tipo che "Terry l'amico" abbia subito una fantastica sbiancata, dato che il personaggio originale è un uomo di colore o magari, che a uccidere Al Simmons sia stato Chapel (altro uomo di colore) sostituito nel film da Priest, interpretata da Melinda Clarke.


No, piuttosto come si spiega ‘sta cosa? Vedi la suit di Spawn: in alcune sequenze è riuscitissima. Oppure John Leguizamo, nei panni del Clown/Violator, tirato su in maniera realistifichissimitica. Poi però, mentre vedi cose simili, all’improvviso ti trovi davanti a scene da far tenerezza quasi.

Per esempio, l’effetto glow scontornato manco avessero usato il paint; e per fortuna, stiamo parlando di una produzione milionaria, eh. Con alla regia uno che per mestiere si occupava di effetti speciali. Figuriamoci se non era così che veniva fuori. 


Eppure, Spawn film è uscito nel 1997 e all’epoca, la cgi aveva già fatto passi da gigante. Qui invece, fa talmente pietà che la prima Playstation in pratica è Skynet. Film simili, come per esempio Blade, tanto per dirne, uscito pochi mesi dopo era avanti anni luce.

Cioè, la cosa grave non è manco la suit di Spawn, che per la maggiore pare di vedere i Muppets oppure quel mantello posticcio e animato alla cazzomannaggia. 

No, semmai il grave - con l'ulteriore aggravante dell’averci ambientato pure il climax finale - è l’ambientazione infernale. Tralasciando l’aspetto da fondale statico preso di peso da Mario Kart per N64, Malebolgia è fatto così male da sembrare uno screensaver di Windows ’98. 


Addirittura, quando parla resta pure con la bocca aperta. No, seriamente, come sia stato possibile aver dato l’ok a simili orrori grafici non si spiega. In fase di post-produzione com’è possibile non aver visto lo schifo che stava a venir fuori? 

E se qualcuno se lo stesse chiedendo, no, non è visto con gli occhi di oggi. Già all'epoca, al cinema, uno ci restava folgorato tanto era brutto l'effetto generale. Onestamente, sarebbe stato meglio tagliarle scene simili. Senza, il film ne avrebbe sicuramente giovato.

Tirando le somme, Spawn film è confusionario, scontato e abbastanza mediocre. Con l’incredibile aggravante di aver abbassato ancora di più il target di riferimento. Nonostante il fumetto sia un’opera indirizzata prevalentemente a un pubblico adolescenziale, qui arriviamo a livelli quasi infantili. 


In questo senso il fatto che Spawn nasca come opera fruibile da un pubblico composto perlopiù da adolescenti, non vuol dire che non presenti spunti maturi. Anzi. C’è molta cupezza, violenza alquanto esplicita, volgarità e via dicendo.

Difatti, nel medesimo periodo in cui uscì ‘sto film venne prodotta una miniserie a cartoni animati intitolata Todd McFarlane’s Spawn, prodotta dalla HBO. Non solo molto più fedele al fumetto, ma proprio su un altro pianeta rispetto a ‘sta baracconata, semplice carrellata di pupazzi e cgi orrenda.


Ebbene, anche per oggi è tutto.


Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.


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