WOLVERINE - TUTTI I COSTUMI (O QUASI) DI LOGAN



Wolverine, L’immortale, Arma X, Logan o, come conosciuto in tempi più recenti, James Howlett. Come la metti e come la giri, alla fine tutto si riduce sempre allo stesso, semplice concetto: Wolverine è Wolverine, c'è poco da fare. 

A parte, però, fare 'na piccola, quanto doverosa, premessa e relativa considerazione. Ovvero, Wolverine è il nome inglese del ghiottone. Un mammifero carnivoro, specie d'incrocio fra 'na mangusta e un orso in miniatura. Si tratta di un animale piccolo, tozzo, forte e anche piuttosto furbo. 

Nonché solitario, aggressivissimo e testardissimo, tanto da portarlo a scontrarsi con animali molto più grossi di lui. Nel mesozoico pre-internet, stai sicuro che a uno ci voleva giusto qualcosina in più di tre secondi, come adesso, per sapere una qualunque stramaledettissima cosa. 


Essenzialmente, sì: questo significa proprio mettere le mani avanti, appunto perché siamo sull'internet. In altre parole, queste so' giusto giusto due righe, tirate giù in amicizia, sui vari outfit di un personaggio le cui storie ho letto per anni; ma sai com'è, no?

C’è sempre qualcuno, lo splendido che scende dal castello incantato sulle nuvole in groppa al suo magico unicorno fatato, per scassare il caz… rompere le scatole al prossimo suo. Questa, capiamoci, non è una pagina di Wikipedia. 

A fronte dei circa 12.500.000 risultati disponibili su Google digitando Wolverine all costumes, dove, chi più chi meno, tutti trattano lo stesso argomento, sicuro ci trovate tutto quello che vi interessa. Per il resto, questi sono…

… Tutti (o quasi) i costumi di Wolverine e la loro origine

Original Yellow – 1974



Com’è noto, la prima comparsa in assoluto di Wolverine avviene sul numero centottanta de L’incredibile Hulk, sostanzialmente per tastare le potenzialità del personaggio; e questa sua prima apparizione, consisteva in una rivelazione drammatica sulla pagina finale dell'albo.

Un "trucchetto", diciamo, usato ancora oggi e molto in voga all'epoca, per montare ad arte quella che all'epoca non era ancora conosciuta come hype. Comunque. Wolverine lo si può vedere entrare effettivamente in azione, appunto, nel n. 181 de L’incredibile Hulk.

Come si può evincere dall’immagine, il personaggio, scritto da Len Wein e disegnato da Herb Trimpe su spunto di Roy Thomas e schizzi di John Romita Sr. (all’epoca l’art director), viene da subito chiamato sia Arma X sia Wolverine

Il costume presenta tutti gli elementi caratteristici che lo hanno reso immediatamente riconoscibile negli anni. Fatta eccezione per le punte della maschera, gli spallacci e quella specie di “baffetti” disegnati sulla maschera che lo fanno somigliare a una foca con l’epatite.

Classic Yellow (Tiger Stripes) – 1975



Dopo il tentativo di fermare Hulk e l’altrettanto mostruoso Wendigo, Wolverine viene mandato al cesso per circa un anno e mezzo. Nel frattempo, degli X-Men non sbatteva più 'na beata mazza di niente a nessuno, andando avanti a botta di ristampe. 

Fino a quando, nel tentativo di rilanciarli in qualche modo, Len Wein (per poco) e Chris Claremont (per molto) divennero sceneggiatori degli X-Men. Ciò portò a Giant-Size X-Men n. 1 del 1975 e alla nascita del secondo nucleo degli X-Men.

In pratica, lo sceneggiatore Len Wein e il non accreditato soggettista Chris Claremont, insieme al disegnatore Dave Cockrum, crearono, prendendo qualche scorciatoia, un nuovo gruppo di eroi per rimpiazzare i vecchi X-Men. 

Infatti, per non doversi inventare proprio tutto tutto il roster da zero, lasciarono Scott Summer/Ciclope al posto suo e andarono pure a ripescare Wolverine dal cassone degli scarti. Quindi, dal disegno qui sopra si può notare che il costume è, essenzialmente, uguale a quello precedente. 

Tranne per alcuni piccoli dettagli, ma soprattutto, la maschera. La leggenda narra che il disegnatore Gil Kane, a causa di tempistiche piuttosto ristrette, lisciò malamente mentre disegnava la copertina di Giant-Size X-Men n. 1, dando così a Wolverine un aspetto alla Batman. 

Pare che a Dave Cockrum, bravo costumista per conto suo - come s'era visto alla Dc Comics nella sua lunga run sulla Legione dei Supereroi - piacque assai quella versione già pronta della copertina e perciò, continuò a disegnarlo in questo modo nelle pagine interne dell’albo.

Fang – 1977



Passano un paio d’anni e fondamentalmente, di Wolverine, delle sue origini, non si sa ancora 'na beata mazza di niente. A ogni modo, siamo al punto in cui gli X-Men si prendono a schiaffi con la Guardia imperiale Shi’ar.

Il costume di Wolverine viene distrutto nello scontro e perciò, per non restare con il dondolino al vento, dopo aver ammazzato Fang, molto elegantemente gli frega pure il costume. Questo outfit, magari pure caruccio per l’epoca, durerà comunque pochissimo. 

Infatti, secondo un'altra leggenda, questa è l'ultimissima run degli X-Men disegnata da Dave Cockrum, lì lì per essere sostituito da John Byrne. A quanto pare, Cockrum se n'era uscito a spregio con 'sto costume pieno di collanine e dentini, appositamente per complicare la vita ai disegnatori successivi.

Wolverine Brown and Tan – 1980



Il brown and tan appare in Uncanny X-Men n. 139 del 1980. A John Byrne, che sostituì Dave Cockrum come disegnatore (intervenendo anche nella scrittura delle storie di Claremont), si deve il merito di queste poche, semplici, ma fondamentali modifiche. 

In generale, gli elementi del costume originale restano intatti. Dopo la parentesi Fang, tornano il cinturone anti-ernia, gli stivaloni a punta tipo drag queen e l’iconica maschera simil-Batman. Vengono invece eliminati gli spallacci, le strisce tigrate.

Soprattutto, Byrne elimina quei pacchianissimi colori giallo-canarino e celeste-puffo. Alla fine, la palette di colori del Wolverine anni ottanta era solo leggermente più scura ma decisamente più sobria e in sintonia con la personalità del personaggio. 

Poche modifiche che hanno fatto una differenza, veramente enorme, sul look generale. Tra l’altro, aperta e chiusa parentesi, il brown and tan è stato il costume di Wolverine più longevo in assoluto.

Wolverine Black Ninja – 1988



Nel 1982 uscì Wolverine. Una miniserie di Chris Claremont e Frank Miller dedicata a Logan che, come personaggio, iniziava a macinare sempre più consensi e popolarità tra i lettori degli X-Men. A quel punto si sapevano alcune cose.

Tipo che gli artigli erano parte di lui, il suo scheletro era fatto di adamantio e del fattore rigenerante. Anche se quest’ultimo concetto rimaneva abbastanza fumoso. La miniserie aggiunge altri elementi al suo background che cominciava ad ampliarsi sempre più. 

La cosa dell’educazione bushido e il suo rapporto col Giappone, per dire. Oppure, gli scontri con la yakuza, il clan ninja de La Mano, Silver Samurai e, il grande love interest, Mariko Yashida. Tuttavia solo nel 1988 venne dedicata una testata regolare a Wolverine.

Qui John Buscema ha dato a Logan un pratico e delizioso completo body-tutù nero. Non era male, anche se faceva un po’ troppo Flashdance; e quella mascherina tipo calza a rete in faccia, poi… Tutto sommato, era un costume abbastanza carino nella sua semplicità. Sobrio, pratico e funzionale.

Patch – 1988



Ok, questo qua non è un vero e proprio costume, insomma. Quando Wolverine si mette a fare su e giù per la violenta metropoli orientale di Madripoor ha bisogno di restare sotto copertura. Perciò, comincia a farsi chiamare Patch (cioè Guercio).

Il suo grande travestimento consiste in… beh, sì… una benda sull’occhio. Ché poi, capelli e basettoni impazziti passavano inosservati, proprio. Comunque questo look alla James Bond-Rick Blaine ancora oggi è infognante da morire. Uno dei momenti top di tutta la sua storia editoriale.

Blue & Gold – 1991



Con Jim Lee agli X-Men al posto di Chris Claremont, in un modo o nell’altro, Wolverine torna ai consueti e sobrissimi colori giallo e blu. L’idea era quella di dare agli X-Men un aspetto uniforme, facendogli indossare una divisa d’ordinanza. 

Concetto mai piaciuto più di tanto, né come idea né i costumi. Tra l’altro, da qui inizia a profilarsi all’orizzonte l’alba di un’epoca buia. Un’epoca fatta di tasche, taschette e taschettine. ‘Na roba semplicemente agghiacciante, ma questo è un altro discorso.

Arma X – 1991



Per Arma X, qui, vale quanto detto più su per il Guercio: pure questo non è un costume. Scritto e disegnato dal grande Barry Windsor-Smith, Arma X è praticamente l’apogeo di Wolverine. Certo, non tutti i nodi sulle sue origini vengono al pettine. 

Alcune questioni resteranno irrisolte ma, in linea di massima, Arma X rimane un punto fermo della storia di Wolverine. Nella sua semplicità, nella sua essenzialità, quell’aria da Frankenstein retrofuturista è, in una sola parola, magnifica.

Classic Yellow II – 1992



Il Classic Yellow II, come si può facilmente notare, è quasi identico al Classic Yellow del 1975. Quando Chris Claremont lasciò i testi dei mutanti, Jim Lee, tra 'na taschetta e l’altra, decise di restituire a Wolverine il suo costume originale. 

Cambia giusto qualche piccolezza, tipo la forma degli spallacci e il cinturone per l’ernia. Nonostante, come detto, il costume più longevo di Wolverine fosse stato il Brown and Tan, il Classic Yellow II rimane il più… identificativo, reso celebre dalla serie animata degli anni novanta.

L’era di Apocalisse – 1995



Age of Apocalypse, del 1995, era una bella storia distopica. Un arco pomposo ed esagerato che mostrava un mondo in cui il Professor X non era mai esistito. Con tutte le catastrofi del caso annesse e connesse, naturalmente.

In tale contesto, pure il costume di Wolverine sarebbe dovuto essere qualcosa di davvero unico. Invece non è nulla di particolarmente originale. L’accostamento dei colori blu scuro e rosso è bello parecchio, sì. Sicuramente. 

Però, alla fine Apocalypse Wolverine è giusto 'na versione mash-up piuttosto misera del classic yellow di Dave Cockrum e il body-tutù di John Buscema. Il massimo dell’estro creativo si raggiunge con quelle inutili striscette in fronte. Si poteva (doveva) fare decisamente di più.

Feral Wolverine – 1996



Poi, va be’, il concetto di fare di più è stato accolto. Per il verso sbagliato, però. Feral Wolverine è una delle pagine più buie della storia editoriale di Logan. 'Na porcata fulminante da restarci secchi in 1,8 secondi netti. 

In Wolverine n. 100 del 1996, Magneto strappa l’adamantio dalle ossa di Wolverine e ok. Questo è un risvolto, volendo, pure interessante se solo avesse avuto uno sviluppo pratico. Così, a ‘sto punto viene fuori che gli artigli non erano un surplus del progetto Arma X. 

No, gli artigli sono ossei, in tutto e per tutto parte dello scheletro di Logan; e fin qui, ancora ancora… Il problema sta in quello venuto dopo. In qualche modo, la perdita dell’adamantio manda in overdrive il fattore rigenerante, ok?

Questo fa, in qualche modo assurdo e spiegato malissimo, regredire Wolverine a uno stato sempre più animalesco. Fisicamente e mentalmente. In altre parole, Logan è diventato una bamboletta troll in ben due varianti. 

Una in cui, chiaramente, si faceva lo shampoo con il Cif e la retina per i piatti. L'altra, con le pezze in fronte a mo’ di bandana, look tipico degli ubriaconi molesti. Per fortuna, dopo poco venne staccata la spina a ‘sta zozzeria.

Wolverine Team X – 1996



O di “tasche, taschette e taschettine parte seconda”. Il concetto di base è anche comprensibile: dare ai personaggi un aspetto più “solido”. Duro. Compatto. Magari più serio rispetto alle tutine aderenti tipiche dei supereroi.

Valutando la situazione in termini di versatilità, sì, sicuramente è comprensibile. Tuttavia, l’approccio tasca su tasca è tutto fuorché questo. L’aspetto di Wolverine Team X è proprio l’esatto opposto del memorabile.

New X-Men – 2001



Onestamente, la versione di Grant Morrison e Frank Quitely dei costumi, ispirati (ai Village People) al film, per la serie del 2001 New X-Men è 'na cafonata più unica che rara. Il Wolverine agricoltore moldavo in vacanza, non si può veramente vedere.

Pantaloni di pelle da indossatore di malattie veneree, giacchetta in pelle abbinata da scambista di professione su torso nudo, così da mostrare con mascolina fierezza l’esubero di pelo. A completare il tutto, guantone con X giallo-arancio shock-fluo. 

Alla fine, quelle so' solo medagliette e va be', ché se al posto di quelle ci mettevano il padre Pio gigante in oro da tre kg che affonda nei peli del petto, era la perfezione. Per fortuna, pure 'sta cosa è durata poco.

Wolverine: The End – 2003



Wolverine: The End è uno dei millemila What if della Marvel. Fa parte di una linea di fumetti, appunto chiamati “The End”, in cui vengono mostrati diversi possibili “finali” di vari personaggi in là nel futuro. 

Questo qua fa il paio con Wolverine: Origin, uscito nel 2001. In cui si scopre che il vero nome di Wolverine, fino a quel momento chiamato Logan, in realtà è James Howlett, nato in Canada nel 1880.

In The End, come detto ambientato nel futuro, Wolverine solo alla fine indossa ‘sto costumino nero aderente, stiloso ed elegante che in fondo, è pure carino. Per il resto, tutta l’avventura la passa vestito da vecchio straccione.

Astonishing X-Men – 2004



Il Brown and Tan era e rimane il miglior costume di Wolverine in assoluto. Seguito a ruota da questo di Astonishing X-Men di Joss Whedon e John Cassaday. L’intero look si basa sull’original yellow del 1974, che qui viene ripreso e aggiornato al XXI secolo.

Via i baffi da foca con l’epatite e lo slippino mare blu-fantabosco. Sostituito da un elegante body giallo a un pezzo, inframezzato dalle iconiche strisce blu. Che se fossero state dello stesso colore di stivali e guanti sarebbe stato perfetto. Fa niente, va bene uguale pure così.

X-Force – 2008



Sempre a proposito del Brown and Tan: durante il suo periodo con X-Force, Wolverine s'è trovato con un nuovo costumino ispirato proprio a quello marrone degli anni ottanta. Figo è figo, eh. Assolutamente. 

Solo, magari, si sarebbe potuto optare per i consueti occhi bianchi, anziché i led rossi. Perché... boh, così forse è giusto un tantino esagerato. 

Old Man Logan – 2008



Con Old Man Logan, siamo alla fine. Anche perché già da prima, ai tempi di Astonishing X-Men, lo seguivo ormai sporadicamente, ma da qui in poi ho definitivamente smesso di leggerlo. Inutile dilungarsi sul come e perché m'abbia schifato. 

Comunque sia, anche questo non è un costume nel senso stretto del termine. Old Man Logan non è una brutta storia, anzi. Nonostante si fosse andati ben oltre il cavare sangue dalle rape, Wolverine ha dimostrato di poter funzionare in molti modi diversi. 

Di certo, però, un bizzarro finto-futuristico spolverino-accappatoio lana-cotone non è uno di questi.


Ebbene, detto questo, anche per oggi e sui costumi di Wolverine credo sia tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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