Doctor Strange 2 - Nel Multiverso della Cagnara

Doctor Strange 2, cioè Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Sì, bel titolo, ok. Intrigante, certo. Suggestivo, d'accordo. Però, magari, Doctor Strange Esci Gratis di Prigione sarebbe stato un tantino meglio come titolo; più onesto, volendo.

Perché, alla fine, 'sto Doctor Strange nel Multiverso della Follia - da qui in poi fai semplicemente Doctor Strange 2, va' - questo è: una "carta bonus". A conferma del fatto che Strange è semplicemente il personaggio peggiore/migliore di tutto il baracchino.

Doctor Strange 2 e il problema della fisica quantistica


Vediamo n'attimo di capirci bene su 'sta cosa, ok? Avengers: Endgame è un film tremendo. Una storia piuttosto semplice, stiracchiata a forza su 'na trama che fa acqua, più o meno, da tutte le parti. A tenere tutto insieme in modo appena sufficientemente plausibile è un concetto solo: fisica quantistica.

Fisica quantistica: il Santo Graal di ogni sceneggiatura bloccata all'angolo. Com'è successo quello, com'è successo questo, come hanno fatto quest'altro e bla bla bla. La (non) risposta è sempre la stessa: fisica quantistica. Un'idea astratta, fumosa, che il pubblico (per forza) prende per buona e avanti così.

Il punto è che pure il più accanito e incarognito dei fan si trova a dover fare i conti con 'sto fatto che Endgame, semplicemente, non ha alcun senso. Persino i fratelli Russo, i registi, si so' incartati mani e piedi provando a metterci pezze qua e là, in varie sessioni di Q&A. 

Tuttavia, sai cosa? In fin dei conti va bene così. Perché, metti, nell'economia della situazione Endgame è il culmine di un progetto tirato avanti per la bellezza di undici anni. Corrispettivo della grande festa di capodanno a cui tutti sono stati invitati e tutti vogliono andare.


Allora, va be': è capitato. La festa l'hanno fatta, dirai. A divertirsi si so' divertiti alla grande, dirai. Adesso andiamo avanti e torniamo a fare “film”. Certo, dopo Endgame forse l’idea, almeno, era questa; invece Spider-Man: No Way Home.

Ora, il mio Spider-Man non è un comunista! Sarà pure un bugiardo, una joint venture fra multinazionali, un prodotto aziendale, un comunista... ma vi assicuro che non è un film! Praticamente, No Way Home altro non è che una puntata di Bim Bum Bam ad altissimo budget.

Un contenitore, cioè, fatto di cose e robe ficcate assieme. C’è una storia di sottofondo, magari anche solo un filo conduttore a tenere tutto assieme? No, tu stai lì solo per i cartoni animati che vanno, più o meno, uno dietro l’altro e del resto, qualunque cosa sia, poco ti frega.

Ecco, Spider-Man: No Way Home è appunto questo: ‘na soppressata purissima e ultra-concentrata di fanservice dove tutto il resto, qualunque cosa sia, frega poco e niente. Capiamoci: qua non è manco più ‘na questione di remuneratività, di soggetti sfruttabili. 


Tipo, l'idea è buona, lasciamo un finale volutamente aperto così facciamo spazio a eventuali seguiti. No. Siamo andati addirittura oltre. Molto oltre. Siamo arrivati al punto in cui non è più la storia a fare il film, ma il contrario: sono i film che fanno e forzano le storie. 

Infatti, Doctor Strange 2 era bello, fatto e pronto. A Novembre del 2021, però, viene fuori che il film sarebbe stato sottoposto a revisione e a sei settimane di reshoots, comprese più scene girate ex novo con Benedict Cumberbatch, che interpreta Doctor Strange.

Semplicemente perché, innanzitutto, come detto da Bruce Campbell in un’intervista a Game Informer, Doctor Strange 2 ha dovuto subire delle modifiche perché la Marvel aveva “aggiornato le trame” del suo universo cinematografico. In sostanza, Campbell diceva: 

“I ragazzi della Marvel realizzano otto di questi film contemporaneamente, quindi aggiornano sempre le trame. Perciò, il mio amico Sam (Raimi) ha dovuto aggiungere scene che loro (Marvel) gli avevano detto che doveva girare e rimosso quelle non andavano più bene”.


In secondo luogo, il monumentale successo di Spider-Man: No Way Home. Ovviamente, un (non) film che ti porta a casa la bellezza di quasi due miliardi di petroldollari, non è cosa da ridere. Normale che lo studio ha deciso, poi, di riorganizzare parte di Doctor Strange 2.

Tuttavia, metti questo e metti quell’altro, alla fine il risultato è che Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un film confuso e discontinuo. Dove brand identity, fanservice, capitalizzazione e identità cinematografica lottano fra loro per il predominio.

Per capirci, il film parte così, di botto, con alcuni riferimenti al capitolo precedente. Infatti, Strange sta al matrimonio della sua ex fidanzata, Christine Palmer (Rachel McAdams) a ragionare sul perché non è lui lo sposo.

Va be’, ancora ancora... Dopotutto questo è Doctor Strange 2, no? Almeno il primo Doctor Strange, tanto per capirci qualcosa, te lo vuoi vedere, giusto? Che il film, poi, sia uscito sei anni fa, nel 2016, so’ dettagli. Come sono dettagli gli altri nove film che sono usciti nel frattempo.


Comunque. Mentre Strange e Christine ragionano, all’improvviso viene fuori ‘sta ragazzina, America Chavez (Xochitl Gomez) in grado, per… boh, motivi, di viaggiare nel multiverso. Cosa che, apparentemente, Strange non può fare.

Siccome, apparentemente, America è l’unica, senza manco sapere come, in grado di fare ‘sta cosa, Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) in pieno delirio di maternità mancata diventa cattiva. Quindi decide che si deve pigliare i poteri della ragazzina per andare a vivere in un universo alternativo coi suoi figli alternativi.

Ora, per quanto grave, non è tanto il fatto che l’intera storia di un film con un running time di due ore sia riassumibile in due righe; e non è manco tanto che l’intera trama si adatti alla curva di una sinossi, senza risvolti, plot twist, chiavi di lettura alternative e via dicendo.

No, semmai, il grave sta nel fatto che adesso, con il termine "multiverso", Hollywood è in grado di riciclare e commercializzare la stessa pappardella all’infinito. In questo senso, Strange, come personaggio, non è altro che il grande deus ex machina che può giustificare tutto. Senza sforzo.


Per dire, in Doctor Strange, cioè, nel primo film, alla fine Strange non affronta Dormammu nella sua dimensione? In Avengers: Infinity War/Endgame, Strange non ha visto 14,000,605 di futuri alternativi?

In Spider-Man: No Way Home, Strange non ha lisciato lui l’incantesimo aprendo le fratture nel multiverso e poi, mandato Spider-Man in ognuno di questi universi alternativi a prendere i cattivi a uno a uno? Com’è che adesso, in Doctor Strange 2, non è più in grado di fare niente di tutto questo?

Semplice: in altre parole, Strange è diventato l’equivalente della “fisica quantistica”. Anzi. Fisica quantistica 2.0, revisionata e migliorata. Nel senso, metti che pur volendo andarsene completamente per frasche con la fisica quantistica, un minimo di costruzione e plausibilità devono esserci.

Invece, adesso, non c’è manco più bisogno ché questo è il multiverso: com'è successo quello? Magia. Com'è successo questo? Magia. Come hanno fatto quest'altro? Magia. Il magico multiverso delle trame che avanzano a convenienza non ha bisogno di spiegazioni.


Fondamentalmente, guardare un film è un modo di farsi raccontare una storia e una storia, in quanto tale, presenta un inizio, un centro e una fine che vanno a formare l'arco delle azioni compiute dai personaggi. Adesso non è più così.

Invece di creare narrazioni indipendenti, autonome e singolarmente funzionali, ogni nuova uscita Marvel ora è l’equivalente di un singolo episodio, semplice tassello costitutivo di un quadro più grande a espansione orizzontale, continua e incontrollata.

Sam Raimi ce la mette tutta per dare un po’ di carattere a ‘sto Doctor Strange 2: ci sono la sua classica carrellata veloce, piano olandese a tutta forza, zoom shot come se piovesse e via dicendo. Il problema però, sta nel fatto che tutto è giusto un proforma.

Chiaro che pure Raimi è stato costretto a seguire i binari imposti dalla Marvel e perciò, difficile vedere Doctor Strange nel Multiverso della Follia come qualcosa di diverso da un ingranaggio in una macchina più grande. 


"Eh, ma se non hai visto quello, normale che non capisci questo chi è".

"Eh, ma se non hai visto quella cosa lì, normale che non sai perché questi stanno a fa' così e cosà".

D'accordo, fin quando era questione di vedere un altro famoso personaggio apparire sullo schermo per alcuni minuti, andava bene. Fin quando la cosa si limitava a semplici rimandi o seguiti diretti fra tre, quattro, ma fai pure cinque film, era ancora divertente. Ora non più.

Perché non è un progresso artistico, questi non sono più film, ma prodotti aziendali. Semplice product placement interno, mirato a fare brand image e generare introito a loop continuo dove originalità e innovazione sono diventate voci da depennare sulla lista.


Perché doversi guardare prima sette-otto film e poi due-tre serie tv, ché giustamente adesso si vanno ad aggiungere pure quelle – tra l’altro, questo è il senso del discorso sulle “trame aggiornate” fatto da Campbell – non è arte.

Si tratta solo di un’azienda che si congratula con gli spettatori per la loro fedeltà al marchio, segmento di mercato affidabile che acconsentono a buttare giù allegramente il pastone hollywoodiano senza batter ciglio. 

Doctor Strange 2 è un film troppo confuso e ansioso di essere il nuovo pezzettino del grande puzzle Disney/Marvel per dare un divertimento vero e coerente. Un puzzle che sta diventando sempre più grande e sempre più estenuante che intrigante da seguire.

In sostanza, uno sta andando al cinema a vedersi un film, mica a discutere ‘na tesi, dove devi metterti prima a recuperare tutti i testi se no le cose non le sai e non passi.


Ebbene, detto questo anche per oggi è tutto.


Stay Tuned ma soprattutto Stay Retro.


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