LA FAMIGLIA ADDAMS 1991 - L'importante è stare insieme

Their creepy and their kooky, mysterious and spooky, their all together ooky, the Adams family e schiocco di dita: sono passati più o meno sessant’anni da quando La famiglia Addams è apparsa per la prima volta in televisione.

Sì, sessant'anni, ma quei giusto quattro accordi di clavicembalo si so' piantati nell’immaginario collettivo.

La famiglia Addams vs. The World


C’è un motivo per cui questi personaggi sono parte integrante e portante di quel pantheon che caratterizza e domina la coscienza culturale del Novecento. Cioè, “l’aspetto” della famiglia Addams ha certamente contribuito a renderli distinguibili.

Questo, però, sarebbe un discorso applicabile a qualsiasi personaggio di Hanna-Barbera. La questione non è riducibile a un semplice fatto d’immediata riconoscibilità. Il punto sta nelle peculiarità anticonformiste degli Addams.

Spesso e volentieri, uno tende a dimenticarla 'sta cosa. Dopotutto, com’è che si dice… quando fai le cose per bene nessuno sospetterà che tu abbia fatto realmente qualcosa, no?

Prendi Tom Poulton, per dire. Nato verso la fine dell’Ottocento, Poulton era un illustratore specializzato nel settore medico, i cui disegni venivano pubblicati su riviste scientifiche, chirurgiche, di medicina generale e via dicendo. Niente di particolare, un classico Signor Nessuno.


Se non fosse che una volta morto, cosa viene fuori? Che metà della sua vita l’ha passata a realizzare segretamente disegni erotici.

Le opere di Tom Poulton hanno raggiunto una certa fama, postuma, perché rappresentano la quintessenza della joie de vivre. Cioè, mostrano un’allegria e una festosità per l’epoca singolari nel descrivere l’arte del sesso.

Pure per questo ha tenuto segreti i suoi lavori erotici: visto il periodo, aveva paura che glieli sequestrassero e di venire arrestato.

Ora, la famiglia Addams sono un gruppo di personaggi creati dal disegnatore e vignettista Charles Addams alla fine degli anni trenta, ok? Bene. Quindi che c’entra con la storia di Poulton? 

C'entra che i due erano contemporanei ed entrambi artisti. Solo che il primo non ha mai avuto il coraggio di mostrare le sue “opere segrete”, mentre il secondo ha scelto una via più sottile.


Flash forward: siamo verso la fine degli anni ottanta. Quelli della Orion Pictures sono diventati famosi per film di grande successo come Amadeus, Platoon, Balla coi lupi, Il silenzio degli innocenti e via dicendo.

Tuttavia, per quanto avessero mai potuto incassare, 'sto mucchietto di film certo non riuscivano a coprire la voragine causata da altre millemila produzioni fallimentari. Per questo motivo, pure la produzione de La famiglia Addams stava diventando un incubo.

Un po’ come con Alien 3, continuavano a palleggiarsi la sceneggiatura. Tanto che il budget per la produzione, a causa delle continue riscritture e relative riprese fuori programma, era arrivato a trenta milioni di petroldollari. Da quegli appena venti preventivati all’inizio.

Alla fine, per tenere giù i costi, alla regia ci schiaffano l’esordiente Barry Sonnenfeld. Tra l'altro, Sonnenfeld era direttore della fotografia, spesso per i film dei fratelli Coen, quindi non il primo tizio pescato a casaccio. 

Però, tra la sua inesperienza come regista, i ritardi e i problemi di varia natura fra cast e crew, stava per dare di matto. Perciò, con la paura di trovarsi con un altro grosso buco finanziario, la Orion vende baracca e burattini alla Paramount. 


La quale, a sua volta, completa il film e prende accordi con Metro-Goldwyn-Mayer per la distribuzione internazionale. Alla fine, nel 1991 esce La famiglia Addams e fu un grande successo.

In sostanza, le vignette de La famiglia Addams, come le strisce dei Peanuts di Charles Schulz, sono autosufficienti. Nel senso, bastano singolarmente per esprimere un concetto, un messaggio o un’idea.

Sempre in questo senso, la direzione artistica del film pare una specie di copia e incolla, visto quanto tutto somigli ai disegni originali di Addams. Non solo: come protagonisti, vengono scelti Anjelica Huston e Raúl Juliá come Morticia e Gomez Addams.

A cui si uniscono Christopher “Doc Brown” Lloyd nei panni di Zio Fester e Judith Malina, la fondatrice del Living Theatre, in quelli di Nonna Addams. Non è solo una questione di mestiere, di capacità dei singoli attori a tirar fuori il meglio dai personaggi.


Sono quasi cent’anni dalle prime vignette in cui sono apparsi gli Addams, nelle quali Gomez è ritratto talmente innamorato della moglie che bacerebbe la terra su cui cammina.

Nel film, tra Anjelica Huston e Raúl Juliá c’è una complicità, una chimica in grado di farti vivere, e quasi invidiare, l’incredibile rapporto tra questi due bizzarri personaggi. Risulta chiaro che tutt'e due si stanno divertendo un sacco.

Flashback: è il 6 Agosto 1938 quando sull’ironico e raffinato settimanale The New Yorker compare una vignetta con Morticia Addams. La prima, e molto probabilmente, più importante figura della famiglia Addams.

Il talento e la propensione di Charles Addams per l’umorismo nero, porta via via alla creazione di una serie di personaggi sicuramente comici anche se macabri. Fatto che di per sé rappresenta un’assoluta controtendenza.


Un umorismo che nasce dalla normalizzazione dell’orrido, una traslitterazione comica di tutti i luoghi comuni dell’orrore che ha portato poi al distacco, sarcasticamente aggressivo, dalle norme sociali. La famiglia Addams è il prototipo dell’anti-famiglia.

Morticia, tra tutti, spicca per la sua forma mentis che si oppone alle norme della società in ogni modo possibile. Sì, pare strano, se pensi agli Addams l’anticonformismo non è la prima associazione che ti viene da fare.

Prendi Settimo cielo, per dire. Serie family drama incentrata sulla vita della famiglia Camden, andata avanti dal 1996 al 2007 per la bellezza di undici, ammorbanti, insulse stagioni. I protagonisti erano il reverendo Eric Camden, sua moglie Annie e i loro sette figli.

Forse, Settimo cielo è, come dire… un po’ estremo come esempio. Visto che lì, pure la più inqualificabile e insignificante delle stronzate diventava di colpo dramma da conflitto atomico. Comunque.

Ogni episodio si svolge in quarantacinque agonizzanti minuti in cui, sostanzialmente, si discute del sesso degli angeli. Il punto è che le rappresentazioni a schermo di unità familiari, sia prima sia dopo, si limitavano a un mucchietto di stucchevoli cazzatelle. 


Una situazione da cui emergono due fatti: innanzitutto, dai tre ai sette figli pro capite, chiaro che le famiglie televisive fossero un esempio lampante di proletariato selvaggio. Però, la cosa buffa di tutto questo è sempre il sottinteso.

Cioè, 'sti figli vengono tutti comodamente recapitati a casa dalla cicogna oppure trovati dietro un cavolo. In Settimo cielo i Camden hanno sette figli. Sette. Ovvio che alla devotchka del reverendo piace darsi al dolce su e giù come se non ci fosse un domani. 

Peccato che il ritratto immacolato del matrimonio televisivo non permetteva alle coppie manco di sfiorarsi. Figuriamoci lasciar passare, anche solo il pensiero, che questi ci dessero dentro a tutta forza come bestie idrofobe. 

Di conseguenza il 90% delle donne nelle famiglie del piccolo schermo erano personaggi mediocri. Figure piatte, monocromatiche, il cui unico scopo era in funzione dell’idea standardizzata della famiglia tipo.


La famiglia Brady, Vita da strega, Strega per amore, La casa nella prateria e compagnia cantante. La famiglia Addams, ma soprattutto Morticia, era in totale contrasto con tutto questo. In contrasto con eserciti di mamme-casalinghe tutte uguali, con sorrisi ebeti ai limiti della paresi stampati in faccia.

Dopotutto, il motto di famiglia è sic gorgiamus allos subjectatos nunc. Ovvero, con delizia banchettiamo di coloro che vorrebbero assoggettarci. Ecco, Morticia è in primis la matriarca, il capofamiglia degli Addams. Tuttavia, non viene ritratta come la tipica matrona.

Anzi, Morticia è intelligente, capace, forte, bella ma soprattutto sensuale e consapevole di esserlo. Gomez l’adora tanto quanto lei adora lui e sanno di potersi affidare l’uno all’altra per qualunque cosa senza neanche pensarci.

I loro figli, Mercoledì e Pugsley, sono chiaramente frutto della loro passione, che non viene mai messa in secondo piano. La relazione fra Gomez e Morticia è un ritratto, spesso audace, di un matrimonio che sfida apertamente ogni igienizzatissimo stereotipo.


Era un’immagine sicuramente rivoluzionaria in quegli anni e sì, a pensarci, pure oggi non è che si vedano spesso relazioni di questo tipo in tv. Ora, dopo tutta ‘sta pappardella, è chiaro qual è il problema del film de La famiglia Addams?

Dalla serie tv degli anni sessanta al 1991 del film di Sonnenfeld n'è passata d’acqua sotto al ponte. La commedia nera si è evoluta: Gremlins, Beetlejuice, Weekend con il morto, Evil Dead eccetera. L’asticella su cui potevi spingere il pubblico si era alzata parecchio.

Magari un Tim Burton, uno Joe Dante o un qualsiasi John Landis a caso, cioè gente con molta più esperienza e dimestichezza di Sonnenfeld con materiale del genere avrebbero fatto meglio, chissà. Il problema non è che Sonnenfeld abbia fatto male.

Piuttosto, che non ha fatto quasi nulla. La storia de La famiglia Addams gira su una cazzatella riguardo il ritorno di Fester, scomparso venticinque anni prima, e un complotto all’acqua di rose per derubare Gomez.

Il film, a ributtarci un occhio adesso, pare un lungo clip show.


Le cose funzionano perché i personaggi funzionano. Tuttavia, prendi Mano, la… insomma, mano domestica degli Addams, ok? A un certo punto, quando la famiglia viene sfrattata dalla magione, Mano trova lavoro come corriere espresso.

Fa ridere perché fa ridere. Funziona perché il personaggio funziona ed è talmente forte da reggere la sequenza. Però tutto è ridotto a un montaggio veloce di Mano che corre e sgomma sulle dita lanciando pacchi a destra e sinistra. Giusto trenta secondi e stacco. Prossima scena.

No, sul serio, questo è il massimo risvolto comico che sono riusciti a metter su 'na “mano senziente” e gli ipotetici problemi che potrebbe avere sul lavoro? Pensa all’epoca un Sam Raimi cosa ti avrebbe potuto tirare fuori da una premessa del genere.

Il film continua a ripetere quanto sia bizzarra la famiglia Addams, e va bene. Ma quello che avrebbe davvero dovuto fare, era dare una costruzione a questi personaggi. L’impressione generale de La famiglia Addams è che tutto sta lì in esclusiva funzione di se stesso.

Un bel quadretto fatto per essere guardato e mai realmente funzionante. Tenendo conto di cosa siano e cosa rappresentino gli Addams in generale, questo è un gran peccato. Un po’ come avere una Ferrari e non avere la patente.

Per dire, immagina di affidare lo sviluppo di un nuovo film de La famiglia Addams a Seth MacFarlane, Raphael Bob-Waksberg, Justin Roiland e Dan Harmon. Ecco, chiara la portata di quello che gli Addams, effettivamente, potrebbero essere?


Ebbene, detto questo credo dia tutto.


Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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