Howard e il destino del mondo (Howard the Duck) - Una piuma alla volta


Nel 1986 Howard e il destino del mondo usciva nelle sale e da quell’anno si tira appresso fischi e pernacchie. Tanto per capirci, su Rotten Tomatoes ha un rating di appena 14% e va be’. Uno potrebbe pure obiettare che un aggregatore di recensioni non sia il massimo come pietra di paragone.

Certo, però, se consideri i circa trentacinque milioni spesi per realizzarlo - spese di promozione escluse, ovviamente - e un incasso complessivo di poco superiore ai sedici milioni, qualcosa vorrà pur dire, no?
Se poi ci mettiamo la candidatura a ben sette Razzie Awards, su cui se ne aggiudicò quattro, beh..

Insomma, messe tutte assieme, 'ste cose danno almeno un'idea del perché Howard e il destino del mondo sia stato grandiosamente schifato come film.

Howard e il destino del mondo. Quasi.

Tuttavia, gli anni passano e le opinioni cambiano. Ecco, in sostanza, a buttarci un occhio a distanza di anni, uno poi riesce pure a far caso ad alcune cose. Cose che di certo non rendono migliore il film di Howard the Duck, questo no; ma comunque abbastanza da formare un’opinione un tantino migliore.


Dunque, Howard e il destino del mondo inizia con 'sta bella carrellata panoramica di una grande metropoli, che pian piano si stringe nel dettaglio di un appartamento, fino a zoomare sul nostro protagonista: Howard.


La cosa simpatica della sequenza è l’attenzione ai “dettagli”: c'è tutta 'na serie di riferimenti alla cultura pop del momento, però con protagoniste le anatre. Tipo la rivista Rolling Egg, per esempio.


Oppure, dopo aver fatto uno svogliatissimo zapping, vediamo Howard che sfoglia l’ultimo numero di PlayDuck. In effetti, 'sta cosa è divertente e funzionale nell’economia del film, sì. Peccato solo che ci abbiano insistito troppo. 

Vero è che la maggior parte delle citazioni parodistiche sono concentrate nella sequenza d’apertura. Però, poi, una volta che hai sottolineato questa cosa, cioè che Howard si trova in un pianeta abitato da anatre, pure basta.

Invece no. Per il resto del film, scioccamente si insiste. Tipo Howard grande esperto di Quack-Fu. O magari quando se ne esce con “No More, Mr. Nice Duck” e altre freddure di questo genere. Magari qualcuno pensava che il pubblico si smascellasse dalle risate. 

Perché, dai, è un’anatra e pratica il Quack-Fu! No.


Comunque. Di punto in bianco 'na specie di forza sconosciuta solleva Howard di peso con tutta la poltrona, facendolo volare per il condominio e via via sempre più in alto, fino allo spazio. Qui, nel frattempo, possiamo anche notare una delle due scene più “controverse” del film.


Se mai qualcuno si fosse chiesto come un’anatra antropomorfa possa avere le tette, in Howard e il destino del mondo c’è la risposta.


Più in là verremo a sapere che il misterioso raggio che ha fatto viaggiare Howard nello spazio altro non era che un esperimento, condotto con un marchingegno denominato spettroscopio laser, costruito dai terrestri con l’intento di poter studiare le specie aliene. 

L’esperimento sembra essere andato a buon fine e così Howard si trova trasportato sul nostro pianeta. Confuso e disorientato, fa subito conoscenza con l’aspirante musicista Beverly, salvandola, naturalmente col suo Quack-Fu, dai tipici malintenzionati anni ottanta.

Cioè, quelli a cui piaceva soltanto strattonare le ragazze per le braccia. Così, per scherzo.
Tra parentesi, Beverly è interpretata da Lea Thompson, la mamma di Marty McFly.


Diventati amici, Beverly decide di sdebitarsi con Howard ospitandolo a casa sua e poi cercando un modo per aiutarlo a tornare nel proprio pianeta. Comodamente ai fini della storia, poi, Beverly c'ha “casualmente” un amico scienziato, Phil. 

Il quale, per via della regola che impone agli scienziati dei film di conoscersi tutti fra loro, contatta il dottor Jennings, uno dei tizi direttamente coinvolti nell’esperimento che ha portato Howard sul nostro pianeta.


Così, arriviamo alla seconda e forse più disturbante sequenza di Howard e il destino del mondo: quella in cui Howard e Beverly stavano per darci dentro.


Sorvolando sul furry-delirio che aveva colpito il regista e co-sceneggiatore Willard Huyck insieme alla moglie, la co-sceneggiatrice e produttrice Gloria Katz, vediamo i protagonisti armeggiare con il raggio traente nel tentativo di rimandare Howard a casa.

Solo che tutto va all’aceto e anziché mandare Howard sul suo pianeta, il “laserone” stavolta trascina un Occulto super-sovrano dell’universo. Un essere malvagio dotato di non specificati superpoteri che, come al solito, vuole distruggere la Terra.


Ecco l’inghippo: l’Occulto super-sovrano dell’universo, per effetto dell’esplosione causata durante l’esperimento, si impossessa del corpo del dottor Jennings. Il suo scopo è di riattivare lo spettroscopio tramite il codice cifrato dello scienziato per portare sulla Terra i propri simili.

Tuttavia, pure a Howard serve quel codice per poter fare ritorno a casa. Così deve decidere se prendere e tornarsene da dove era venuto, oppure combattere il mostro e salvare la Terra. In sostanza, questo è Howard e il destino del mondo.


Fondamentalmente, 'sto film è un elegiaco emblema della pezzenteria più sfrenata. Nonché, una delle più eccezionali caratteristiche di questo adattamento dell'omonimo fumetto Marvel è la totale mancanza di ogni possibile logica. 

Gli eventi si verificano sullo schermo in una forma che sembra essere stata solo vagamente abbozzata. Cioè, una lunga sequela di nomi e parole scritti su carta, dove la ragione s'è persa lì da qualche parte per strada.

Tanto per capirci: perché nessuno sembra realmente stupito nel vedere una stramaledetta papera antropomorfa che va in giro in giacca e cravatta, fuma e parla? Perché uno dei primi obiettivi di Howard, in un mondo alieno, è quello di trovare lavoro? 

Come mai è in grado di pestare - a convenienza, ovvio - gli umani grandi il doppio di lui? Di certo la risposta non è nel Quack-Fu, insomma. Tutto questo, porta a una sola inequivocabile domanda: a chi è indirizzato Howard e il destino del mondo, esattamente? 


Battute sceme, toni mai pesanti che spesso sfociano nello slapstick, una diegesi semplicistica portano a pensare che Howard sia fatto e indirizzato a un pubblico prevalentemente di adolescenti/famiglie, giusto? Giusto.

Poi, a tradimento, spunta un’anatra con le tette. Howard che trova lavoro in un bordello in cui c’è gente che s'accoppia con scioltezza a destra e sinistra. Una scena esplicitamente sessuale, in cui un essere umano sta per fare sesso con una papera.

No, proviamo a prendere un attimo le distanze e ripetere 'sta cosa ad alta voce: una tizia che sta per fare sesso con una papera. Come suona? Male, eh?

Quindi, com’è che funziona 'sto Howard e il destino del mondo?


Sostanzialmente, tutta 'sta cagnara è riconducibile essenzialmente a due fattori: in primis, Howard nasce come personaggio a fumetti negli anni settanta, ok? Il materiale originale, scritto da Steve Gerber, affonda le radici nel cinismo di quegli anni. 

Soprattutto, cosa più importante, Howard the Duck era indirizzato prevalentemente a un pubblico adulto. Nei comics, alquanto originali e stravaganti, Howard ricalcava lo stereotipo dei personaggi noir e hard boiled. Era volgare, scorbutico, alcolizzato e tabagista oltre ogni limite.

Pure il personaggio di Beverly subisce un cambiamento radicale. Nel film, viene trasformata in aspirante musicista, mentre in origine era una modella che lavorava nel porno. Inoltre, una delle particolarità che rendevano originale il fumetto, era quella della metafinzione.

In altre parole, i personaggi erano consapevoli di far parte di un assurdo mondo a fumetti, a volte rivolgendosi direttamente al lettore rompendo la quarta parete.


Il problema fu che nel momento in cui Howard e il destino del mondo andò in produzione, l’oscura estetica degli anni settanta non avrebbe trovato posto nel decennio della leggerezza e dello yuppismo feroce. Nonché, il materiale originale, così com’era, difficilmente avrebbe fatto presa.

Il produttore esecutivo George Lucas era da una decina d'anni, più o meno, che c'aveva l’intenzione di fare un adattamento di Howard the Duck; e quando finalmente ci riuscì, stava a fame. 

Per primissima cosa, Lucas doveva assolutamente recuperare quanto più denaro possibile per realizzare Il Ritorno dello Jedi e poi per la costruzione dello Skywalker Ranch. Perciò il film avrebbe dovuto avere un pubblico quanto più vasto possibile.

Questo, in parte spiega la bizzarra estetica di Howard e il destino del mondo.

Alla fine della fiera, Howard e il destino del Mondo è un film fondamentalmente brutto? Sì. C'è poco da fare su 'sto fatto; ma com’è vero questo, è vero anche che è un film molto divertente. Cioè, un’anatra spaziale che arriva sulla Terra è una storia troppo assurda per essere presa sul serio. 

Sarà il fascino d'epoca, magari la nostalgia, vattellapesca. Però, tutto ciò che accade nel film è ai limiti del surreale, tanto allucinante che non si può non apprezzarlo almeno un pochino.

Perciò, tra scene inquietanti e un avanzamento privo di senso, Howard e il destino del mondo è l’emblema del così tanto brutto da farsi il giro e diventare bello.


 Bene, con questo anche per oggi è tutto.


Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

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